lunedì 28 giugno 2010

Chi è giusto nel grande è giusto nel piccolo, e viceversa

come dico sempre il calcio (qui quarta industria per fatturato) è lo specchio della nazione. per questo sto ancora godendo dell'eliminazione degli azzurri dal circenses mondiale africano.
noi siamo nel bel paese e non si dimetterà nessuno dei vertici a cominciare da abete. uomo per tutte le stagioni della solita famiglia bene.

forse a casa non ci saranno stati fenomeni... ma slovacchi, neozelandesi e paraguayani non credo lo siano... però sono professionali, questo sì. han dato tutto, hanno cercato di mostrare il meglio di quanto potessero offrire.
noi siamo in mano a signori col coraggio di andare al mondiale con problemi fisici non da poco dopo un anno passato tra infermeria e panchina.

il clan di lippi fatto di ex giocatori e poco altro ben rappresenta il marcio di questo paese dove si vive di clienteralismo e poco più. il clan divisa da galeotto dimostra che in questo paese vince chi ruba, chi baratta il passaporto, chi si fa gioiosamente le flebo, chi sta in panca in un club di centroclassifica e fa il titolare in nazionale.

con tutto ciò han pure la faccia di farti la predica, di additarti responsabile di ogni male mentre chi dovrebbe incalzarti con domande e argomentazioni oneste o è impaurito da tanta sfacciata esibizione di potere o è ingranaggio del sistema.
rispetto all'era moggi non è cambiato proprio nulla.

e poi non meravigliatevi se gli europei li hanno dati alla polonia e all'ucraina... se c'è chi gode per figure di merda dentro e fuori il rettangolo verde, di portata mondiale.

nel frattempo gli italiaoti che avevano esposto il tricolore dai loro balconi già lo hanno ritirato, come se ora che nel calcio si è perso, l'amor patrio potesse tornare nel cassetto.
ridicoli! meritate chi vi ammaestra!


ps: e godo pur per don fabio capello. andato via di qua perchè qui comanderemmo noi...

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Legittimo incazzamento

siete solo un brancher di porci.
(e non è una novità)

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mercoledì 23 giugno 2010

Gold

un fedele lettore mi ha chiesto un parere sul grafico dell'oro (nei commenti, qui), così sono andato a riguardarmi un pò come sta quella microquota dell'etfs gold che avevo preso il 18 settembre 2009 beh gente, eravamo sui 9,35euro (evidenziato sul grafico), siamo sui 13,50euro insomma... un sontuoso +44%... sti cazzi!!! :-)

comunque io la quotina la mantengo visto che durante i cali del mercato azionario l'oro in questi anni ha tenuto bene, anzi è cresciuto di prezzo da buon bene rifugio quale è.
poi con i mercati azionari in risalita, perlomeno quelli americani, ha continuato a salire (specie per noi europei che dobbiamo cuccarci il cambio contro dollaro).
insomma mi pare indiscutibilmente in salute perciò resto cautamente positivo per il medio-lungo termine.

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Ius primae noctis

mi aspetto che qualche azienda prima o dopo esca a dire:
"manteniamo i posti di lavoro a patto del rispetto, da parte dei dipendenti, dello ius primae noctis nei confronti della dirigenza".


sono certo che la maggioranza dei lavoratori dirà:
"ok, se è per continuare a lavorare allora lo accetto".

io invece la penso come Benjamin Franklin:
“Chi è pronto a dar via la propria libertà fondamentale per acquistare un po’ di temporanea sicurezza non merita né la libertà né la sicurezza.”



ps: non ce l'ho nello specifico con la situazione di pomigliano, non ho avuto modo di approfondire l'argomento come merita, non sto di certo con la fiat ma neppure con i sindacalisti e comunque non è questo il punto. il cuore della questione è che i ricatti ci vengono imposti in quanto non siamo abbastanza uomini da respingerli e questo vale per tutto, dal lavoro al tempo libero. non sopporto chi aprendo le braccia manda giù bocconi avvelenati adducendo la motivazione che anche se non vuole è costretto a farlo.

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mercoledì 16 giugno 2010

Segnali di ripresa

questo è il dow jones, per me attualmente il grafico più ottimista.

bene la rottura della trendina ribassista;
bene il ritorno sopra la media a 200 che segna il trend di lungo;
bene il ritorno sopra la media a 25 che segna il trend di breve;
bene anche il close sopra i 10300punti, da ieri sera supporto statico.
ciò che insospettisce un pò è che nonostante tutte queste buone notizie grafiche non ci sia stato un boom di volumi, anzi il mercato non si è cagato tutta una serie di rotture tecniche. uhm... strano.

la situazione europea in generale si presenta peggiore, quella italiana tra le peggiori in assoluto (sempre graficamente parlando a mio sindacabile giudizio). conto di vederle meglio prossimamente.

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martedì 15 giugno 2010

Petroldollari; 2,9

Il secondo conflitto in Iraq.
Alla fine degli anni '90 gli stati Uniti si trovavano ad essere il paese più indebitato al mondo con un debito che raggiungeva circa il 350% del PIL, oltre ai debiti delle imprese e delle famiglie, con una povertà dilagante (36/38 milioni di persone sotto la soglia di povertà) e un saggio medio del profitto in caduta. Così per gli Usa l'obiettivo primario era, più di prima, mantenere il dollaro come unità di misura di tutti gli scambi internazionali, petrolio in primis; secondo, continuare a controllare il mercato del petrolio per incidere maggiormente nella determinazione dei prezzi di vendita, data anche la maggior dipendenza del petrolio importato che raggiungeva circa il 70%; terzo, attaccare politicamente ed economicamente tutti quei paesi che avrebbero potuto essere una minaccia per gli USA.
Dall'altra parte, l'area dell'euro era ed è la più grande importatrice di petrolio del mondo e riceve il 45% delle esportazioni dell'intero Medioriente. Il governo di Saddam Hussein, il 24 di settembre del 2000, decise di denominare la sue esportazioni di petrolio in euro invece che in dollari e sottopose la questione all'ONU. L'ONU, il 27 di ottobre, accettò di valutare la proposta e si impegnò a dare una risposta entro tre mesi. Gli iracheni avevano però minacciato di sospendere le esportazioni di petrolio in caso di una risposta negativa, circa 2,3 milioni di barili al giorno, che nonostante rappresentassero una scarsa percentuale rispetto alle esportazioni mondiali, circa il 5%, erano una quantità sufficiente per alzare il prezzo del petrolio.
Saddam si mostrò inamovibile e rispose rinviando l'ultimatum al 6 novembre. Alla fine, l'ONU concesse l'autorizzazione il 31 ottobre. Con questa decisone nasceva ufficialmente il "petroeuro".
Inizialmente la scelta di Saddam venne sottovalutata ed accolta con sufficienza perché si pensava che fosse solo una mossa "provocatoria". Solo quando apparve chiaro che stava facendo sul serio, l'amministrazione USA cominciò a prendere in considerazione la possibilità di un'azione punitiva. Infatti, denominare le esportazioni di petrolio in euro era una vera e propria minaccia verso uno dei pilastri su cui si basava l'egemonia della potenza più forte del mondo. Era anche evidente che Baghdad perseguiva un interesse politico prima di tutto. L'euro infatti si trovava ad uno dei suoi livelli più bassi (0.82 dollari per euro) e questo causò una riduzione delle entrate.
L'Iraq perdeva circa 250 milioni di dollari all'anno a causa del cambio dell'indicizzazione in euro e per gli interessi più bassi ottenuti dagli investimenti in euro invece che in dollari, somma considerevole per una nazione la cui economia era basata sulle esportazioni di petrolio e che dalla fine della guerra del Golfo Persico del 1991 era sottoposta ad un regime di sanzioni, alleggerito solo dal programma "Oil for Food". "Oil for food" era un programma attivato nel 1995 dalle Nazioni Unite che aveva l'obiettivo di permettere all'Iraq di vendere il petrolio nel mercato mondiale in cambio di cibo, medicine ed altri beni necessari alla popolazione irakena senza per questo agevolare l'Iraq nella ricostruzione del proprio esercito. Il petrolio era venduto in dollari ma l'Iraq poteva detenere in euro le riserve per importare i beni alimentari e i medicinali.
Nel febbraio del 2001, 24 bombardieri americani e britannici bombardarono alcune postazioni radar alla periferia di Baghdad ma soprattutto dopo l'11 settembre l'Iraq ritornò nel mirino degli USA: il regime irakeno venne accusato di produrre armi di distruzione di massa violando le risoluzioni dell'ONU.
Gia dalla fine del 2001 Bush iniziò a minacciare Saddam Hussein di attaccare militarmente l'Iraq se si fosse rifiutato di accettare ispezioni e nel febbraio del 2002 il governo di Baghdad si disse disposto ad accettare un gruppo di ispettori britannici al fine di esaminare le armi di distruzione di massa in mano agli irakeni.
Successivamente non andarono a buon fine i colloqui per le ispezioni e continuarono i bombardamenti americani di postazioni militari irakene.
In luglio ci fu un incontro a Vienna per cercare di scongiurare il conflitto, si riunirono il ministro degli esteri irakeno e Kofi Annan segretario generale delle Nazioni Unite, ma l'accordo non fu raggiunto.
Intanto gli attacchi aerei continuavano ed era evidente l'intenzione degli USA di scatenare un conflitto. In settembre Saddam consentì la ripresa delle ispezioni incondizionate e su tutto il territorio.
L'8 novembre il Consiglio di sicurezza dell'ONU approvò all'unanimità la Risoluzione 1441 che richiamava il governo di Baghdad ad adempiere i propri obblighi sul disarmo ma non autorizzava il ricorso automatico all'uso della forza come richiesto dagli USA e minacciava serie conseguenze nel caso in cui non avesse soddisfatto le richieste. Inoltre dava il termine dell'8 dicembre per dichiarare in un rapporto al Consiglio tutte le armi nucleari, chimiche, biologiche e balistiche in suo possesso.
In novembre il governo irakeno ribadiva di non possedere armi di distruzione di massa ma ripresero le ispezioni in Iraq e il 7 dicembre un suo rappresentante all'Onu consegnava un dossier sui suoi programmi di armamento in cui negava di possedere armi di distruzione di massa.
Sempre in dicembre, mentre il capo degli ispettori ONU dichiarava che non c'erano prove incriminatorie sugli armamenti irakeni, Bush continuava a definire Saddam un pericolo mentre il numero dei soldato statunitensi nel golfo continuava a salire.
Nel gennaio del 2003 l'euro si era rivalutato del 17% rispetto alla fine del 2001, facendo della scelta di Saddam un'operazione finanziariamente di successo.
Questo messaggio non venne ignorata dall'Iran, importante esportatore di petrolio, castigato anche lui con sanzioni economiche da parte di Washington e incluso tra gli stati dell'"occhio del male". Teheran si fece promotore dell'idea di appoggiare l'euro contro il dollaro partendo dall'indicizzazione del petrolio in euro unendo Iran, Iraq, Venezuela di Hugo Chávez e i principali produttori di petrolio nel mondo.
In tutta l'amministrazione Bush, tranne per la "colomba Powell", il coro di chi sosteneva l'intervento era unanime, nonostante l'atteggiamento negativo degli alleati europei ed arabi.
Le accuse nei confronti di Saddam Hussein erano ridicole e avevano il solo scopo di giustificare nei confronti dell'opinione pubblica interna e internazionale un nuovo attacco militare in chiave antieuropea e antirussa.
L'amministrazione americana continuava a sostenere che il Rais fosse un pericolo per l'umanità, in possesso di armi di distruzione di massa. Sarebbe stato quindi un dovere morale intervenire e liberare il popolo irakeno. Se le accuse fossero veramente queste, i primi a dover essere puniti sarebbero i governi americani dal 1980 ad oggi che hanno pagato, armato e coperto politicamente Saddam durante la guerra contro l'Iran perché rientrava nella loro strategia. All'epoca, infatti, Saddam Hussein minacciò la "guerra delle petroliere" ed utilizzò le armi chimiche contro la popolazione nemica e contro la propria di origine curda, armi che provenivano dai laboratori inglesi e americani, il cui uso era esplicitamente consentito.
Inoltre, verso la fine della prima guerra del Golfo, mentre le popolazione sciite del sud e quelle curde del nord si contrapposero al regime irakeno rispondendo all'appello all'insurrezione di Washington, i responsabili militari americani consentirono che Saddam Hussein le reprimesse. Per far ciò, tra l'altro, le armate di Saddam dovettero passare attraverso le linee Onu e solo con il consenso americano sarebbe stato possibile.
Questo per dimostrare come agli Usa interessasse mantenere la presenza fisica e politica di Saddam per poter giustificare la presenza militare americana nell'area e poter così partecipare alla gestione delle quantità prodotte e dei prezzi di vendita del greggio. Però già a febbraio del 2003 gli USA dichiaravano di essere pronti ad invadere l'Iraq e il 20 marzo scoppiava il conflitto.
Rispetto ad alcuni anni prima le cose erano cambiate. Gli Stati Uniti, pressati dalla crisi, dovevano ribadire l'utilizzo del dollaro come forma di pagamento per far affluire verso di sé grosse quantità di capitale finanziario da investire nelle attività speculative. Infatti Bush, appoggiato dalle lobby petrolifere, era consapevole della progressiva dipendenza dal petrolio estero e preoccupato che la scelta di Saddam di vendere il petrolio in euro potesse essere seguita da altri paesi.
Era altresì necessario eliminare Saddam per avere a Baghdad un governo amico per sfruttare maggiormente le risorse petrolifere e ridurre così la dipendenza dai sauditi che si stavano dimostrando sempre più inaffidabili a causa delle vicende interne alla monarchia dei Saud e che tra l'altro, nel novembre del 2002, avevano fatto sapere agli USA che non avrebbero reso disponibili le proprie postazioni militari in caso di conflitto con l'Iraq.
Iniziato il conflitto, le truppe della coalizione prevalsero facilmente sull'esercito iracheno, così che già il primo maggio il presidente americano Bush proclamava concluse le operazioni militari su larga scala. Una volta eliminato il regime di Saddam, venne diviso l'Iraq in tre zone delle quali l'esercito americano amministrava quella centrale di Baghdad e quella a nord di Kirkuk e Mosul dove è estratto il 70% del petrolio iracheno. A sud, invece, in territorio sciita, una zona molto pericolosa ma strategicamente meno importante gli USA mandarono gli alleati inglesi e polacchi.
I principale problemi si sono manifestati a nord, in zona curda. Gli Usa si erano alleati dei due principali partiti curdi: il PDK di Barzani e il PPK di Talabani promettendo loro una maggior autonomia in un prossimo stato federale. Questo mandò su tutte le furie il governo turco che voleva evitare la nascita di uno stato curdo più o meno federale e proporre la propria candidatura allo sfruttamento del petrolio della zona di Mosul e Kirkuk. Così Ankara rifiutò l'uso delle proprie basi per una penetrazione americana a nord dell'Iraq e sfidò gli Usa minacciando di entrare in territorio curdo. Il comando militare americano pensava che una volta arrivati al sud dell'Iraq la popolazione locale li avesse accolti come liberatori. In realtà, dopo la caduta di Baghdad dell'aprile del 2003, la popolazione irakena non solo non ha inneggiato ai liberatori ma ha rivendicato il diritto di darsi proprie istituzioni di governo, e ha insistito che il petrolio, dono di Allah, doveva rimanere nelle mani di chi lo possiede. Sciiti e sunniti hanno manifestato insieme sia a Bassora che a Baghdad e numerosi sono stati gli attentati verso le forze di occupazione. Tutte le componenti sociali, eccetto i due partiti curdi, si erano espresse in chiave nazionalistica contro l'occupazione americana, sia i miliziani del vecchio regime di Saddam sia i sunniti del nord che gli sciiti del sud.
Finite le operazioni in larga scala non era però terminata l'occupazione militare dell'Iraq che è infatti ancora in atto.

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Mondiali

premesso che del mondiale di calcio non me ne frega un ..... ho un profondo disgusto verso quegli italioti che riscoprono l'identità nazionale giusto per 15 giorni ogni 4 anni grazie all'accozzaglia di milionari di turno che giocano.
per questo motivo mi auguro gli eroi tornino a casa il prima possibile. senza contare poi che per diversi di questi stessi eroi ho una simpatia, un amore tutto mio.....

tra i pochi di quei ragazzi che effettivamente non mi stanno sull'anima c'è daniele de rossi il quale recentemente ha dichiarato:
«Sono contrario alla tessera del tifoso, perchè non mi piacciono le schedature. E poi, in alcuni casi viste le ultime vicende servirebbe anche la tessera del poliziotto. Non credo sia la soluzione del problema. Certo, se un ultras va in giro con un coltello e colpisce un'altra persona non è uno normale, non sta bene: ma non sta bene neanche un poliziotto che prende a calci un ragazzetto che non c'entra nulla»,
(a seguito di questa frase per rappresaglia c'è stato il ritiro di due fantomatici "inviati speciali" al seguito della nazionale da parte del ministero dell'interno.)

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lunedì 14 giugno 2010

Razionalmente insolvibili

nuovo record per il debito pubblico nostrano: ad aprile si è attestato a 1.812,790 miliardi di euro (1.812.790.000.000!!!!)
cifra (raggiunta soprattutto "grazie" alle politiche del pentapartito) e che oggi ci schiaccia in modo opprimente. pensate che considerando un tasso di interesse al 2% annuo siamo sui 36,255miliardi di euro (36.255.800.000) di soli interessi passivi. una finanziaria pesante.

abbattere il nostro debito è nella realtà assolutamente impossibile. nella pratica delle cose siamo già da tempo in bancarotta. da tanti anni perchè non si vede come con soldi veri lo stato potrebbe rientrare del suo scoperto. poi che l'ordine mondiale non possa (perlomeno fino ad ora) accettare un nostro default e dunque ci conceda di stare a galla semplicemente stampando carta (buoni statali), è un altro discorso.

ma nella realtà è una situazione senza sbocchi.
in periodi di crisi come questo le entrate tributarie calano mentre le spese sociali (+ cassa integrazione,+ incentivi, + opere pubbliche inutile ma buone a tenere a galla qualche grossa ditta ecc.). dunque nonostante i bassi tassi di interesse il debito non può calare anzi aumenta.
in periodi di vacche grasse seppur migliorano le voci di cui sopra abbiamo un aumento della spesa per interessi passivi visto che i tassi vengono alzati. e anche lì ovviamente non si riesce a far calare il debito, ci vuol tutta che paghiamo gli interessi.

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venerdì 11 giugno 2010

Immunità assoluta

c'era una volta un paese in cui non bastavano più le leggine paraculo della nobiltà.

no, non bastavano perchè quegli esseri divenuti ancora più ricchi economicamente e più miseri eticamente alle volte finivano per essere almeno smerdati in pubblico. spesso a causa delle norme salvadelinquenti era impossibile condannarli ma almeno al popolino venivano dati in pasto gli avanzi.
in rari casi invece erano condannati da un giudice coraggioso ed in fretta e furia liberati dai compari riuniti nelle stanze dei bottoni.

questo correre ai ripari però non bastava più perchè erano comunque granelli di sabbia in un ingranaggio diabolicamente perfetto. perfetto poi neanche tanto ma molto diabolico sì perchè la crisi intrinseca di tal sistema d'ordine mondiale, gli ha cambiato un pò il palcoscenico.
così una volta per tutte gli esseri atavicamente predisposti alla protezione del delinquente, tenendo conto del fatto che una certa nobiltà è in quanto tale personaggio pubblico dedito al sesso, droga e affari sporchi ipocritamente celati nelle loro adunate glamuor-massoniche ma al contempo vantate ed architettate senza alcun pudore persino telefonicamente, sono giunte al giorno in cui in un colpo solo legavano le mani ai magistrati e tappavano la bocca ai galoppini.

quel giorno non poteva che coincidere con l'inizio del circenses globale.

lontano sembrava lo scippo degli striscioni
ma quando gli tolsero le intercettazioni
il giornalista muto restava
il magistrato ammanettato rimaneva
e la libertà un altro pezzo lasciava

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mercoledì 9 giugno 2010

"Difesa" degli interessi.

nella corposa manovra posta in essere dal governo tedesco è prevista una riduzione di circa 40mila soldati (su 250mila); nella bozza sono previsti contestuali tagli agli armamenti anche se in germania sanno bene (e lo ammettono) che l'esercito gli serve per favorire interessi economici.

tuttavia rasmussen (segretario generale della NATO), trova preoccupante il crescente divario nella spesa militare tra europa e stati uniti: (gli usa infatti spendono per le armi quasi il 4,7% del loro pil mentre l'europa meno della metà) e rilancia l'idea di incrementare la spesa militare.

da notare come la "gloriosa grecia" spenda in difesa più di qualsiasi altra nazione europea (il 3,2% del suo pil) ma ciò non gli è bastato a salvare i suoi conti... (o forse gli ha dato una mano a peggiorarli??).

l'italia pare che spenda in armi e in guerre circa 23 miliardi di euro ogni anno, ovvero circa l’1,5% del pil ma ora magari ci tiriamo un pò su col programma di acquisto di 131 cacciabombardieri F-35 (al modico costo di 13miliardi di euro). vedi qui

a proposito, ma cos'è sta inchiesta su finmeccanica?
per frattini, "forse c’è anche un attacco agli interessi nazionali, chiunque abbia in mente qualcosa di fatto è un nemico giurato dell’italia".
sarà come dice lui... la guerra e il business delle armi fanno gola a troppi

qui vi segnalo il link all'unicef su bambini-e-guerre

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martedì 8 giugno 2010

Tv di stato o tv pubblica?

è un punto fondamentale in materia di informazione con ripercussioni economiche.

se la rai deve essere di stato allora bisogna continuare così. e con santoro cacciare anche la gabanelli, floris, iacona, dandini, celentano ecc..

stupenda la ciliegina con la quale ultimamente vengono annunciati servizi di economia:
"ma in italia la crisi colpisce meno che altrove"
ma chi cazzo te l'ha chiesto?
ma cosa centra col servizio che stai lanciando?
ma soprattutto, chi sei tu per dire una cosa del genere?
su che basi la stai dicendo?
quali sono i paesi che raffronti?
infine, quale credibilità ha il prima e il dopo del tuo programma?

se si lavora in questo modo la rai può essere salvata solo dal canone, dunque dalle nostre tasche.

se si vuole una tv pubblica allora è tutto diverso:
si è indipendenti, si fanno programmi culturali, si tagliano gli sprechi.

per fare questo basta fare una cosa semplicissima:
eliminare e slegare il potere politico da quello radiotelevisivo (utopia assoluta).
in questo caso gli utili arriverebbero per forza e contestualmente potremmo risparmiare almeno quei 100euro di canone. (e avremmo anche una società meno imbecille).

una via di mezzo potrebbe essere una privatizzazione regolamentata su modelli occidentali però è implicito che questo avrebbe ripercussioni su mediaset dunque non credo si possa fare.
anche lì risparmieremmo 100euro di canone e avremmo persino una cospicua entrata per i conti pubblici.


ps: approfitto per esprimere solidarietà e apprezzamento a chi lavora in rainews24 alle prese con tutta una serie di problemi tecnici,
non ho dimenticato questi servizi:

http://www.youtube.com/watch?v=LUItACXfyT4

http://www.youtube.com/watch?v=B1H56gmTX00

e su cui la magistratura si è espressa in questo modo,

vedi qui

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venerdì 4 giugno 2010

Aggiotaggio ed insider trading

da http://it.wikipedia.org/wiki/Aggiotaggio

L'aggiotaggio è un reato, disciplinato dal codice penale, che all'articolo 501, intitolato "Rialzo e ribasso fraudolento di prezzi sul pubblico mercato o nelle borse di commercio", recita:

«Chiunque, al fine di turbare il mercato interno dei valori o delle merci, pubblica o altrimenti divulga notizie false, esagerate o tendenziose o adopera altri artifizi atti a cagionare un aumento o una diminuzione del prezzo delle merci, ovvero dei valori ammessi nelle liste di borsa o negoziabili nel pubblico mercato, è punito con la reclusione fino a tre anni e con la multa da euro 516 a 25.822
Se l'aumento o la diminuzione del prezzo delle merci o dei valori si verifica, le pene sono aumentate.
Le pene sono raddoppiate:
1. se il fatto è commesso dal cittadino per favorire interessi stranieri;
2. se dal fatto deriva un deprezzamento della valuta nazionale o dei titoli dello Stato, ovvero il rincaro di merci di comune o largo consumo.
Le pene stabilite nelle disposizioni precedenti si applicano anche se il fatto è commesso all'estero, in danno della valuta nazionale o di titoli pubblici italiani.
La condanna importa l'interdizione dai pubblici uffici».


sempre da http://it.wikipedia.org/wiki/Insider_trading

Con il termine inglese insider trading si intende la compravendita di titoli (valori mobiliari: azioni, obbligazioni, derivati) di una determinata società da parte di soggetti che, per la loro posizione all'interno della stessa o per la loro attività professionale, sono venuti in possesso di informazioni riservate non di pubblico dominio (indicate come "informazioni privilegiate"). Simili informazioni, per la loro natura, permettono ai soggetti che ne fanno utilizzo di posizionarsi su un piano privilegiato rispetto ad altri investitori del medesimo mercato. In questo senso si parla anche di asimmetria informativa.

L'insider trading in senso stretto è per questo considerato reato.



questo per ricordare che esiste la consob e che magari in teoria se avesse tempo potrebbe anche verificare un pò di puttanate a mezzo stampa.

e inoltre per ricordare a certi "signori" pseudo giornalisti e pseudo opioninisti che:

1- la juventus spa è quotata in borsa.

2- la U.C. Sampdoria non è un supermercato nè tantomeno una spa sull'orlo del baratro.

3- la cosa più importante, fottetevi merde.

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Specie naturalmente selezionate vs. organismi geneticamente modificati



queste sono piantine di pomodoro (appena nate nella foto in alto, selezionate in quella in basso).
l'estate scorsa mio padre ha "messo da parte", specie per specie, i semi dei pomodori più buoni, più grandi, più produttivi, più longevi e più resistenti agli agenti patogeni.
quei semi sono stati messi a nascere tutti insieme (foto1) poi quelli vegetivamente più sviluppati sono stati prelevati e messi nei bicchieri (foto2).
il prossimo passo sarà piantare la piantina nell'orto.

con questa modalità da millenni l'uomo seleziona specie vegetali in modo del tutto naturale.

con gli ogm questo non è più possibile.

gli ogm sono modificati in laboratorio dagli scienziati.
i semi degli ogm non sono in grado di procheare.
non si conoscono gli effetti nel medio lungo periodo degli ogm sull'organismo di chi se ne nutre (meglio, si sà che nei topi favorisce la sterilità).
allo stato attuale le rese dei campi ogm sono inferiori a quelle tradizionali.
tutto ciò vi basta per dire "no agli ogm"?
perchè a "qualcuno" non basta?

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giovedì 3 giugno 2010

Assicurazioni

quanto segue in grassetto mi è stato inviato da cristian di http://www.guidaassicurazioni.it/ sul cui sito troverete interessanti risposte a molte domande che bisogna porsi prima di acquistare una assicurazione, specie se si tratta di una assicurazione on-line o di una assicurazione telefonica.




Le assicurazioni per veicoli commerciali offrono una copertura assicurativa a chi utilizza
veicoli per la propria attività lavorativa. Si tratta di assicurazioni di responsabilità civile, spesso più economiche
delle normali
assicurazioni auto rca, e ne fanno parte le assicurazioni per autocarri, rimorchi, macchine agricole, veicoli industriali e veicoli commerciali la cui massa non superi i 35 quintali. Normalmente la copertura riguarda massimo 3 incidenti all'anno e il premio, a differenza delle assicurazioni auto, non viene calcolato in base alla cilindrata ma in base alla portata.

Le garanzie offerte dalle assicurazioni per veicoli commerciali riguardano la tutela del veicolo, la tutela dei trasportati, la tutela dei terzi e l'assistenza stradale. Quest'ultima in particolare può essere di notevole importanza per mezzi di questo tipo e prevede un'assistenza di 24 ore su 24, con traino del veicolo o l'intervento di un'officina mobile per la riparazione sul posto.

Al dilà di questa apparente convenienza, tuttavia, un'importante differenza di cui tenere conto durante un
confronto con una assicurazione auto normale è quella che riguarda le persone trasportate: se si trovano all'interno del mezzo infatti non possono essere considerate terze parti e quindi non rientrano nella copertura dell'assicurazione di responsabilità civile. Diverso è il caso di persone addette alla guida o alle operazione di carico e scarico, normalmente tutelate dalla polizza. Dato che spesso si tratta di polizze di assicurazione personalizzabili, quindi diverse da caso a caso, è bene informarsi prima per trovare la soluzione più adatta alle proprie esigenze.

Per quanto riguarda la merce trasportata invece esistono due categorie di assicurazioni: vettoriale (da "
vettore di trasporto") e con "conto dell'interesse". In quella vettoriale la compagnia di assicurazione copre i danni alla merce se c'è responsabilità del conducente, ma non in caso di furto, dunque adatta se non si trasportano beni preziosi. In quella avente conto dell'interesse invece l'assicurazione copre i danni riportati alla merce sia che la responsabilità sia del conducente sia che si tratti di un caso di furto, ed è quindi consigliata in caso di trasporto di beni di valore.

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martedì 1 giugno 2010

Eur/usd: 0,9 target fantasioso (ma non troppo...)


da questo grafico storico si nota come in teoria il target di 0,9 nel cambio euro/dollaro abbia un fondamento tecnico. la figura in questione infatti è un testa spalle ribassista, il target teorico è dato dall'altezza della testa proiettata sulla neck-line al momento della rottura della stessa.
questo in estrema sintesi quello che dice il grafico, poi io non solo non ci metto la mano sul fuoco ma nello specifico neppure mi prendo la scommessa quale spunto operativo.
tuttavia se questo fosse vero... beh, per le borse europee non credo si prospetterebbero tempi buoni considerata la correlazione al momento esistente tra andamento della valuta e dei mercati azionari. o poi intendiamoci, non è affatto detto che questo analogo passo debba durare chissà quanto tuttavia una certa apprensione è logico che la metta... e come sapete a me andare contro il mercato non convince.
oggi altra giornata campale per le borse e anche se i motivi addotti dagli esperti sono altri dopo il massacro israeliano mi pareva scontato che i mercati patissero. ci aspettano ulteriori tensioni internazionali, di sicuro gli arabi faranno la voce grossa con possibili movimenti anche su petrolio e oro. il dollaro viene visto sicuramente più moneta di rifugio rispetto all'euro, tantopiù visti i tempi incerti per i conti europei.
e chissà se la holding degli u.s.a., israele appunto, non abbia fatto anche quel gioco lì... degli sprovveduti in materia finanziaria non sono sicuramente... il mondo è loro un pò come è sicuro certe manovre siano infami assassinii. però i terroristi sono quelli che difendono i loro territori... certo certo... e chi ammazza a sangue freddo gente inerme è perchè vuole la pace... certo certo...
d'altronde dopo tanta guerra virtuale e finanziaria qualcuno potrebbe aver pure pensato di abbinarci un'azione militare, così tanto da portare avanti una manovra a tenaglia. il risultato è euro e borse europee piegate come un sottile fil di ferro.

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