martedì 31 agosto 2010

Competizione tra grosse aziende? Molte volte è l'esatto contrario.

secondo quello che ci viene suggerito di pensare le grandi aziende le quali si contendono la fetta principale di mercato sarebbero in ferrea competizione tra loro. la realtà è spesso un'altra...

ricordo benissimo quando uno/due anni fa il principale operatore telefonico del paese aumentava le tariffe e la settimana dopo la stessa cosa veniva fatta dal principale competitor in un mercato dove i contendenti sono di fatto quattro e gli altri due (che si contendono le briciole) lasciano i prezzi fermi. (per la cronaca io passai ad altro operatore.. ma è ovvio che tale ritocco dei prezzi abbia portato beneficio ad entrambi i colossi perchè la massa non ragiona, la massa è pecora per definizione).
e vi credete che nel sistema chessò, finanziario tanto per dirne uno a caso, i soggetti più potenti si facciano la guerra al ribasso? suvvia...
e quanti sono gli accordi, perfettamente legali sia chiaro, tra società teoricamente rivali?
e quanti quelli illegali? si chiamano cartelli, ogni tanto arriva qualche multa ma quasi sempre ridicola e comunque che vale il prezzo della candela.

come al solito il calcio non sfugge affatto a questo teorema e se storari (di proprietà del milan) richiesto dalla sampdoria finisce per due spiccioli alla juve oggi dovrebbe essere il giorno del rossonero borriello che ben accetto da decine di club finirà per vestire il bianconero. tantissimi gli affari fatti tra strisciate (milan e inter) in questi ultimi anni, alcuni dei quali davvero bizarri... ma che hanno portato laute plusvalenze ad entrambi.

al sempliciotto verrebbe da chiedersi, "ma perchè si va a fare favori ad aziende rivali?".
la risposta è semplicissima:
in molti casi non importa rinforzare un diretto concorrente, l'importante è piuttosto collaborare con lui in modo da concentrarsi contro i piccoli soggetti competitor.
perchè non è fondamentale primeggiare, è invece fondamentale essere tranquilli di non vedere incrinata la propria oligarchia.
fa nulla insomma essere secondi o primi, l'importante è che giù di lì non si vada, l'importante è che i terzi, i quarti, i quinti (veri rivali) restino stabilmente lontani e si logorino nello sforzo di contendersi gli scarti del banchetto, piccole quote di mercato che non fanno business.
perchè è la massa che fa business.

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lunedì 30 agosto 2010

Gheddafiland: contano solo i soldi

come al solito berluscolandia china il capo (meglio dire si mette a 90 gradi...) al sultano tiranno, al despota sbruffone, all'intrallazzato col fanatismo islamico più assassino che non manca occasione per irridere e mancare di rispetto al Popolo Italiano, Europeo e alle culture democratiche che di esso sono la linfa vivente.

signore e signori venghino, qui per un pugno di dollari (petrol) siamo disposti a prostituirci con la feccia dell'umanità.


ps: e poi ci sorprendiamo se abbiamo masse di drogati, viziati e violenti buoni a niente. la Società la si forma con questi esempi

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venerdì 27 agosto 2010

Mi viene segnalato che...

....wikipedia alla voce francesco cossiga riporta, tra le altre cose, quanto segue:


Il 23 ottobre 2008, in un'intervista al Quotidiano Nazionale, propone al Ministro dell'Interno Maroni la sua soluzione per contenere il dissenso universitario nei confronti della legge 133/2008: evitare di chiamare in causa la polizia, ma screditare il movimento studentesco infiltrando agenti provocatori, e solo allora, dopo i prevedibili disordini, "le forze dell'ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale".
Nell'affermare ciò Cossiga sostiene che il terrorismo degli anni '70 era partito proprio dalle università, e conferma di avere già attuato una strategia simile quando egli stesso era stato Ministro dell'Interno.

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FIA(n)Tasticando

steve (e non solo lui per dir la verità) si chiede:

che messaggio vuole dare la Fiat? Che l'azienda se ne frega delle sentenze? E' questo il messaggio? (...) ora davvero a cosa serve tutto questo "machismo"? Non si rende conto il buon Marchionne che questo atteggiamento rischia solo di trasformarsi in un clamoroso boomerang? Non si rende conto che così facendo rischia solo di fare dei tre operai una sorta di nuovi "martiri" e di dare una immagine "brutale" della Fiat? Non si rende conto che così fa solo il gioco di quei sindacati che vorrebbe combattere?

allora, ragioniamo per assurdo:
facciamo finta che fiat punti molto su una certa immagine per fare breccia nel cuore degli italiani (che non vivono solo in italia...).
che voglia far pensare che l'azienda è una risorsa per l'italia.
che chi compra fiat fa del bene alla nazione.
che però produrre in italia costa molto di più che non farlo in turchia, polonia, serbia, iran o brasile.
che però gli aiutini dallo stato italiano se li prenderebbe volentieri.

dunque bisogna che non sia fiat a lasciare l'italia
bensì
che fiat sia "obbligata" a lasciare il paese, causa "quelle teste di cazzo di operai e sindacalisti e leggi comuniste".

facciamo finta che il nuovo contratto maldigerito da tutto il mondo operaio compresi quelli che sentitesi presi per il collo lo hanno votato,
e questo comportamento verso i tre operai portino a scioperi, manifestazioni e magari qualche atto di violenza contro l'azienda (deprecabile sia chiaro).

a quel punto che succederebbe?


ps: ribadisco, è proprio un ragionamento delirante, certamente è impossibile che qualcuno voglia quel tipo di scenario. certamente a nessuno gioverebbe un conflitto sociale. un pò come per gli stadi... chi di competenza fa di tutto affinchè le cose si aggiustino... il problema è che ci sono teste di cazzo... che pretendono cose che chiamano "diritti costituzionali"... impossibile ragionare con loro.

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giovedì 26 agosto 2010

A bergamo

questi ragazzi magari stanno studiando da futuro ministro dell'interno e ieri hanno dato un esame attidutinale?

wikipedia
Roberto Maroni è intanto condannato in primo grado nel 1998 a 8 mesi per oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale. In appello nel 2001 la pena è stata ridotta a 4 mesi e 20 giorni perché nel frattempo il reato di oltraggio era stato abrogato. La Cassazione nel 2004 ha poi commutato tutto in una pena pecuniaria di cinquemila euro. Maroni in concreto avrebbe tentato di mordere la caviglia di un agente di polizia


oppure avranno tentato di ingraziarsi lo stesso incendiando quelle due auto visti i comportamenti degli amici colleghi di partito.

wikipedia:
Il 1º luglio 2000, al termine di una fiaccolata antidroga del «Coordinamento Piemonte dei volontari verdi», Borghezio viene ritenuto responsabile insieme ad altri sette leghisti dell'incendio scoppiato presso i pagliericci di alcuni immigrati che dormivano sotto il ponte Principessa Clotilde a Torino. Per questo gesto verrà rinviato a giudizio e condannato in via definitiva dalla Cassazione nel luglio 2005 a due mesi e venti giorni di reclusione, commutati poi in una multa di 3.040 euro per concorso nel reato di danneggiamento seguito da incendio.

oppure sono troppo intelligenti, informati ed intellettualmente onesti per dare loro la possibilità di discutere in un luogo pubblico attraverso un bel contraddittorio??!!?

io penso che in certi ambienti ci sia la volontà di innalzare il più possibile la tensione.
io penso che certi ambienti ritengano di beneficiare politicamente da una situazione di forti tensioni.
io penso che a qualcuno l'idea di un ritorno di certi tempi (anni '70- '80) non spiaccia.
io penso che se oggi metti la gente fuori dagli stadi, magari gente che un futuro non ce l'ha perchè il contesto economico e sociale è quello che è, può essere te la ritrovi per strada.

può essere che oggi non esista organizzazione/aggregazione libera in grado di offrire supporto a lotte di rivendicazione sociale e che questo basti a tenere la piazza politica in stallo.
può essere che per una cazzata quale il pallone, dove però i gruppi di persone organizzate ci sono, venga a galla un pò di rabbia e frustrazione dovuta anche a cose tremendamente serie (lavoro, famiglia, giustizia, libertà, diritti ecc.)
può essere che la gente te la ritrovi a volto scoperto e ci fai odience e ci fai consenso/potere/voti.
ma può essere pure che te la ritrovi nell'ombra e magari ci fai anche altro... però in quel caso sono cazzi seri per tutti.

ps: questi miei pensieri non vogliono assolutamente essere minacce nè tantomeno istigazione alla "sovversione" o al "terrorismo" o alla "guerriglia" o chessò altro!
non sono io quello che aizza gli italiani a violare la legge (non pagare le tasse o il canone rai)... e anzi, mi pare semmai oggettivo dire che chi cerchi di coprire le stragi di terrorismo troppe volte fà/ha fatto il doppio gioco.
semplicemente ho espresso il mio pensiero a riguardo perchè temo questo possa riservare il presente/futuro.

pps: segnalo un ottimo articolo su il corsera a firma roberto stracca. non servono genii a capire certe cose, basta un pò di intelligenza e onestà.

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lunedì 23 agosto 2010

Petroldollari 3.3

3.3. La costruzione dell'oleodotto BTC.

Il 13 luglio del 2006 è stato inaugurato l'oleodotto BTC (Ceyhan-Tiblisi-Baku) che collega il Mar Caspio al Mediterraneo Orientale. E' uno dei più lunghi del mondo con i suoi 1770 km ed è costato 4 miliardi di dollari.
Il BTC aggira totalmente il territorio della Federazione Russa, transitando attraverso le ex repubbliche sovietiche di Azerbaijan e Georgia, entrambe diventati "protettorati" degli Stati Uniti, integrate fermamente in un'alleanza militare con gli Stati Uniti e la Nato. Inoltre l'Azerbaijan e la Georgia hanno una cooperazione militare di vecchia data con Israele che a sua volta copre il 20% del suo fabbisogno con petrolio azero.
L'oleodotto BTC dominato dalla British Petroleum e dagli interessi statunitensi, ha cambiato la geopolitica del Mediterraneo Orientale che è ora collegato attraverso un corridoio energetico, al bacino del Mar Caspio. Il disegno strategico degli Stati Uniti è teso primariamente ad indebolire il ruolo della Russia nell'Asia Centrale e isolare l'Iran da queste importanti fonti energetiche.
L'Iran non è solo un notevole paese produttore di petrolio, ma è anche un ingombrante ostacolo tra la regione del Caspio ed il Golfo Persico e preferirebbe vedere transitare il petrolio sul suo territorio invece che attraverso la Turchia.
In ogni caso la rotta dell'oleodotto passa attraverso o vicino a sette diverse zone di guerra. Il suo percorso passa a soli 15 chilometri dal Nagorno-Karabakh, l'area dell'Azerbaijan occupata dall'Armenia, dove un conflitto cruento ha ucciso almeno 25.000 persone. Passa attraverso la Georgia, che rimane instabile, con movimenti separatisti in Abkhazia e Sud Ossezia, movimenti che il governo georgiano ha tentato di reprimere violentemente durante gli anni '90. Appena al di la del confine con la Russia, a poco più di 100 chilometri dalla rotta dell'oleodotto BTC, continua lo spaventoso conflitto in Cecenia. La regione ha visto anche un conflitto riferito al confine con il Dagestan nel 1999, e la lotta tra le repubbliche russe del Nord Ossezia e dell'Ingushezia nel 1992. Infine in Turchia, la rotta BTC passa attraverso il confine dell'area del conflitto tra lo stato turco ed il Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK).

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domenica 22 agosto 2010

Pensiero libero, firenze

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sabato 21 agosto 2010

Pensiero libero, padova

COMUNICATO CURVA FATTORI PADOVA

Con l’inizio della stagione calcistica 2010/11 la Tessera del Tifoso diventerà obbligatoria per sottoscrivere l’abbonamento e per quanti volessero seguire la propria squadra in trasferta nel settore ospiti.
Deve essere chiaro innanzitutto che la tessera non è obbligatoria ma facoltativa e che anche chi non la possiede può comunque acquistare tranquillamente i biglietti per ogni singola partita sia in casa che per le trasferte.
Per smentire quello che ci vogliono fa credere non esiste una legge che imponga l’adozione della Tessera del Tifoso: si tratta di una semplice circolare del Ministro Maroni girata ai questori ed ai prefetti di tutte le città, che a loro volta l’hanno usata come forma di ricatto verso le società.

Per tutti questi motivi noi ragazzi della curva fattori non sottoscriveremo nessuna tessera e non ci abboneremo al calcio padova,continuando comunque a sostenere i nostri colori ovunque, acquistando di volta in volta i biglietti per le partite in casa e recandoci in trasferta non piu’ nel settore ospiti ma nei settori solitamente assegnati alla tifoseria di casa!

Certe emozioni come Trieste, Ravenna, Busto, ma anche gli anni dell’Appiani per chi ha qualche anno in più, noi le porteremo sempre nel cuore e cercheremo sempre di riviverle insieme a tutti voi pur prendendo atto dei tempi che cambiano. Ma per riviverle, è necessario il sacrificio da parte di quanti ci credono, non sottoscrivendo la tessera e non abbonandosi per questa stagione. Da parte nostra la garanzia che chi ci seguirà, non sarà mai lasciato solo. D’altro canto, tutti noi nell’ultima stagione abbiamo avuto modo di vedere che ogni risultato è possibile quando la tifoseria è unita. Un’unità che adesso vi chiediamo non solo nel non sottoscrivere la Tessera del Tifoso, ma invitandovi a seguirci nelle nostre future iniziative. Riteniamo infatti, solamente di fronte alla compatta rinuncia dell’abbonamento potremmo vedere un saggio e doveroso passo indietro da parte di chi sta dando l’ultima mazzata al gioco più bello del mondo.
Ultras Padova

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venerdì 20 agosto 2010

Pensiero libero, modena

Curva Sud Modena non sottoscriverà la tessera del tifoso per il prossimo campionato di serie B. L'introduzione della norme legislative che regolamentano la tessera del tifoso è l'ennesimo attacco alle libertà personali di tutti coloro che frequentano gli stadi italiani. La nostra scelta ci è apparsa ovvia, dal momento che anche senza tessera potremo andare allo stadio acquistando i biglietti delle partite casalinghe e i biglietti per settori diverso da quello ospiti nelle trasferte (ulteriori divieti permettendo...)
Non accettiamo il fatto che chi ha dei precedenti negli ultimi cinque anni, per i quali ha già pagato legalmente e spesso è stato giudicato innocente dalla stessa giustizia italiana, non possa sottoscrivere la tessera: è assurdo che tale preclusione sia prevista solo nelle leggi da stadio e in nessun altro articolo della legge italiana. Il nostro no quindi è deciso e compatto, ma non organizzeremo alcun tipo di sciopero del tifo o iniziative simili: saremo accanto alla squadra da subito. Aderiremo a proteste a livello nazionale nel caso in cui siano davvero utili alla causa ultras italiana e coerenti coi nostri ideali.
Intendiamo estendere il nostro invito a non sottoscrivere la tessera a coloro che si sentono ultras e si identificano nello striscione Curva Sud Modena, e vogliamo inoltre sensibilizzare tutti i tifosi del Modena circa questo delicato argomento, che potrebbe aggravarsi maggiormente nei prossimi anni, ledendo la nostra libertà di tifosi.
NO ALLA TESSERA.
CURVA SUD MODENA

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Petroldollari, 3.2

3.2. Il petrolio dell'Asia Centrale.

Una delle conseguenze geopolitiche più importanti della dissoluzione del Unione Sovietica è stata la crescita dell'intensità della competizione politica e commerciale per il controllo delle risorse energetiche dei nuovi e vulnerabili stati indipendenti del Caucaso e dell'Asia Centrale.
Sono tre i principali paesi che condividono la maggior parte delle risorse energetiche della regione: Kazakistan, Azerbaijan e Turkmenistan.
La sostanza di questa nuova tensione geopolitica è duplice: da una parte il controllo della produzione di petrolio e gas ma anche il controllo delle pipeline che trasporteranno il petrolio nei mercati occidentali.
Le riserve di petrolio del Mar Caspio non sono quantitativamente paragonabili con quelle del Golfo Persico, ma sono considerate di eccellente qualità e in grado di rappresentare una significativa fonte energetica.
In particolare è stimato che l'intero Mar Caspio sia pieno di petrolio e gas naturale, iniziando dall'Azerbaijan e continuando fino all'altra sponda in territorio kazako e turkmeno.Questa riserva assume un'enorme importanza a causa del previsto esaurimento dei pozzi dell'Alaska e del Mare del Nord.
In particolare l'Azerbaijan ha una lunga storia nella produzione di petrolio a gas naturale. E nonostante la sua produzione di vecchia data, possiede ancora considerevoli riserve di petrolio che sono rimaste non sfruttate.
Inoltre l'Azerbaijan si pone come centro di smistamento delle risorse di altre nazioni grazie ad un sistema di distribuzione che l'ha fatto diventare una sorta di gestore indiretto di fonti altrui. Grazie anche agli investimenti degli ultimi 20 anni nelle infrastrutture estrattive e di trasporto delle risorse energetiche legate al gas e al petrolio, riesce ad esportare con successo non solamente petrolio e gas che estrae all'interno dei propri confini, ma anche il petrolio proveniente da altre nazioni vicine alle proprie frontiere.
Le preoccupazione maggiori sono della Russia che potrebbe vedere incrinata la sua posizione. Vi sono molte nazioni europee interessate a costruirsi una contropartita alternativa e l'Azerbaijan potrebbe fungere da snodo per le risorse provenienti da Kazakistan e Turkmenistan.

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lunedì 16 agosto 2010

Consiglio per i blogger

siccome gestisco questo blog ormai da diversi anni con un buon numero di visitatori ed iscritti al feed mi permetto di dare un consiglio ai colleghi (specialmente a quelli che mi chiedono lo scambio link).

aggiornare il blog non te lo ordina il medico, certo i sacrifici per scrivere ci sono (e forse alcuni lettori li sottovalutano) ma ha senso andare avanti per passione non per riempirsi la pagina di inserzioni pubblicitarie....

in questo spazio trovate inserzione google ad sense, nella colonna di destra. non danno fastidio a chi legge, che se vuole, senza spese semplicemente cliccandoci sopra mi porta qualche cent, diciamo un modo virtuale per offrirmi il caffè.

ora, chi pensa di farne un business a mio avviso non ha capito un belino di blog.
e di sicuro non ha capito un belino del sottoscritto.
dunque appena avrò tempo farò un pò di riordino/pulizia nei vari insiemi di link partner.

ps: con l'occasione segnalo Equity Screening redatto da un lettore di R&R educato ed intelligente.

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giovedì 12 agosto 2010

Per la precisione

allora il long storico del 1luglio è stato chiuso con un +10% circa di gain.

mentre invece il long di lunedì pomeriggio in loss -1,5%circa.

a questo punto sono totalmente scarico fatta eccezione per quel micro long sull'oro. più uno sfizio che altro.

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mercoledì 11 agosto 2010

Flash

rinnegato il segnale di lunedì e sono cose che non mi piacciono.
chiudo la posizione rialzista comunque discreto gain.

ps: sorry per la fretta, devo anche rispondere a delle mail, faccio tutto appena posso :-)

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lunedì 9 agosto 2010

Pensiero libero, bologna

questo dei bolognesi, a mio parere, è uno dei comunicati più ben fatti.


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Borsa



Visualizza questo grafico in modo interattivo su Prorealtime.com


il grafico nel dettaglio è quello del dax in questo 2010, indice di grande riferimento per il nostro mercato azionario.

si notino i tre assalti respinti in quota 6330 (fine aprile, metà giugno, i giorni scorsi)

i tedeschi sono sempre molto precisi, abbiamo tre close a 6331 (fine aprile, mercoledì e giovedì scorsi quando abbiamo visto addirittura un doji, figura che spesso indica inversione).

oggi si sta assistendo ad un ulteriore tentativo di andare oltre questa tostissima resistenza, mentre scrivo siamo a 6351punti.

la mia strategia diventa obbligata:
se il mercato tedesco chiude sopra i 6331punti allora tengo sull'italia e non escludo di incrementare il long.
viceversa, cioè con eventuale vittoria pomeridiana degli orsi chiudo la mia posizione rialzista e poi facciamo i conti :-)

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domenica 8 agosto 2010

Pensiero libero, livorno


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Pensiero libero, catania

Gli ultras catanesi, tutti e uniti dicono no alla tessera.
A seguito di diversi incontri gli ultras catanesi hanno deciso di alzare un muro contro chi ci vuole privare della nostra libertà: per questo a Catania è stato deciso, con non poca tristezza, che oltre a non tesserarsi per l'intera stagione, verranno sospese tutte le attività legate al tifo.
Il tutto si trasferirà all'esterno dell'impianto.
Ci teniamo, inoltre, a precisare che la nostra non è una resa, ma un modo civile per dire no a chi ci vuole cancellare.
Restiamo in silenzio in attesa che qualcosa cambi.

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sabato 7 agosto 2010

Pensiero libero, lecce

La nostra risposta alla tessera del tifoso, coerente con quello che abbiamo espresso negli anni non può essere che contraria. Contraria ad un controllo sempre più invasivo, contraria ad una repressione che vuole annientarci, ad un calcio sempre meno sport, sempre più luogo di consumo e malaffare.
Gli Ultra Lecce dicono no!
Così come hanno detto no all'obbligo di autorizzazione del quetore per esporre lo striscione, dicono no alla tessera del tifoso e non si adeguano. Dicono no alla tessera e invitano quanti hanno a cuore il mondo ultras e la propria libertà personale a non aderire, rifiutando una schedatura forzata che ci vuole a priori colpevoli.
Per tanto siamo disposti a seguire i nostri colori (sia a casa che fuori) anche rimanendo fuori dallo stadio. Perchè questo è il nostro mondo...e benchè vogliano privarcene, rimaniamo convinti che per esso vale la pena combattere

MAI ARRENDERSI, MAI PENTIRSI

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Pensiero libero, como

LA TESSERA .... CHE NON FAREMO....
ed eccoci di nuovo qui.... una nuova campagna abbonamenti si apre... si apre la corsa all'agevolazione di non fare il biglietto una domenica sì e una no .... si apre una corsa alla quale i ragazzi/e della Curva non parteciperanno..... nessuno di noi riempirà le striminzite file di quest'evento... nessuno di noi farà la TESSERA DEL TIFOSO.... l'abbonamento si fà per passione e non per obbligo....l'abbonamento si fà perchè si vuole tifare e dare sostegno , non per agevolare gli introiti... l'abbonamento si fà perchè si crede, non perchè si spera....
NOI NON APPOGGIAMO QUESTA FORMULA DI MERCATO...
faremo il biglietto per ogni singola partita.... sosterremo i nostri colori sempre, ovunque e comunque... PERCHE'? ... perchè ci siamo informati, perchè abbiamo studiato e abbiamo delle risposte:
- la tessera del tifoso garantisce l'accesso a tutte le competizioni?
(NO l'accesso può comunque essere vietato anche ai possessori della tessera del tifoso su prescrizione dell'osservatori o a discrezione della questura)
- sarà sempre gratis? (NO tante sono le società che la fanno pagare e utilizzano già il circuito VISA)
- l'anno prossimo il COMO avrà tifosi in trasferta? (NO, se non sarà consentito l'accesso a settori diversi da quello ospiti)
- la società di appartenenza decide se sono idoneo a tifare COMO? (NO, decide la questura)
- volete altri motivi? (NO, a noi questi bastano...e a VOI?)....
UNO STADIO SENZA CURVA
UNO STADIO SENZA CUORE

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venerdì 6 agosto 2010

Petroldollari; 3.1

3. Le future zone di tensione per il petrolio

3.1 Il Venezuela e l'entrata sulla scena politica di Chávez.
Il Venezuela è uno dei paesi aderenti all'Opec, è al settimo posto tra i paesi produttori e figura tra i paesi più ricchi del mondo per quanto riguarda la riserve accertate di petrolio, che raggiungono attualmente 80.582 milioni di barili e si trovano nei bacini di Maracaibo, Barinas, Anzoàtegui, Monagas, Delta Amacuro, Falcon e Guàrico. Quando sarà completato il processo di certificazione delle riserve della faglia petrolifera dell'Orinoco, raggiungeranno circa 236 mila milioni di greggio pesante e extrapesante, cifra che porterà il Venezuela al primo posto tra i paesi con maggiori riserve petrolifere. Attualmente produce 1,53 milioni di barili al giorno ma l'obiettivo per il 2012 è raggiungere una produzione giornaliera di 5 milioni e 847 mila barili.
Per la sua posizione geografica è molto più vicino agli Stati Uniti della maggior parte degli altri produttori, il che gli permetterebbe di figurare per molti anni tra i principali fornitori di idrocarburi della regione americana. All'inizio del secolo, più del 60% del petrolio estratto in Venezuela veniva fornito agli USA.
Il settore petrolifero è stato nazionalizzato nel 1999, ancora prima dell'arrivo di Hugo Chávez al potere. Ciononostante, varie compagnie estrattrici di petrolio ("Exxon Mobil", "Chevron" e "Conoco-Phillips", nordamericane; "British Petroleum", la francese "Total" e la norvegese "Statoil" che hanno lavorato nella Faglia petrolifera del fiume Orinoco) conservarono una certa indipendenza.
Dall'inizio della sua campagna elettorale nel 1998, Chávez attaccò duramente l'industria petrolifera nazionale, in particolare i processi di internazionalizzazione e di apertura. Le sue promesse elettorali includevano l'eliminazione della vendita all'estero delle proprietà di PDVSA (Petróleos de Venezuela, S.A. - la Compagnia Petrolifera Statale Venezuelana). Manifestò la sua adesione al sistema di quote dell'OPEC.
Quando Hugo Chávez arrivò al governo, trovò una situazione disastrosa: il Venezuela produceva tanto petrolio, ma gli introiti erano pochissimi. Colpa sia della congiuntura internazionale, con prezzi del petrolio ai minimi storici, sia della situazione interna, che vedeva PDVSA quasi in perdita, tanto che si parlava della sua privatizzazione.
Hugo Chávez fu l'artefice della risalita dei prezzi e della rinascita della OPEC: i suoi contatti internazionali nei primi anni di governo, le sue visite ai principali governanti dei paesi OPEC e la congiuntura mondiale (l'enorme sviluppo capitalistico dei paesi industrializzati e della Cina, che necessitano sempre più energia, e le invasioni nordamericane) determinarono un innalzamento dei prezzi.
A livello interno iniziò quella ristrutturazione che toglierà definitivamente di mezzo le famiglie oligarchiche venezuelane dalla gestione del petrolio. In sostanza, fino al 2003 PDVSA, pur essendo una società statale, era gestita da una "aristocrazia" in modo clientelare e nell'interesse non solo proprio, ma anche di potenze straniere (USA).
PDVSA, fino al 2003 era uno Stato dentro lo Stato e funzionava come un'impresa privata. Il livello di autonomia di gestione era talmente alto da poter definire in tutta libertà la politica petrolifera dello stato, anzi, gli interessi dello stato erano secondari rispetto ai propri.
Quando il governo Chávez, di fronte alle necessità di un 75% della popolazione che viveva nella più assoluta miseria, iniziò a scardinare questa situazione, iniziarono ad apparire i contrasti con l'oligarchia, che controllando i mezzi di comunicazione riusciva a manipolare e influenzare una parte consistente della popolazione.
A partire dal dicembre 2001 le tv private venezuelane iniziarono a vestire i panni dell'opposizione al governo. Si trasformano in un vero partito politico. Di fatto cessarono la normale programmazione fatta di informazione e di intrattenimento con film, spettacoli e programmi vari per dedicarsi 24 ore al giorno a una continua attività propagandistica antigovernativa.
In Venezuela l'entrata sulla scena politica di Chávez aveva spazzato via tutti i partiti politici fino ad allora esistenti. L'opposizione politica si sciolse letteralmente. Non aveva nessun credito nell'opinione pubblica venezuelana. Questo ruolo venne assunto appunto dalle televisioni private, che, concentrate nella mani di poche famiglie oligarchiche, praticamente si trasformano in una sola grande catena televisiva. Ovviamente la forza della televisione era tale da riuscire a manipolare una parte consistente della popolazione, fino al punto massimo di riuscire a convogliare centinaia di migliaia di persone nella famosa marcia dell'11 aprile del 2002.
Qualche anno dopo iniziarono anche le preoccupazioni per la valuta statunitense. Infatti il primo giugno del 2006 nella riunione Opec a Caracas, Chávez analizzò la possibilità di avere come punto di riferimento l'euro invece che il dollaro. Il presidente venezuelano inaugurò la riunione ministeriale del paesi Opec e si augurò che prima o poi l'Opec riesca a liberarsi dalla dittatura del dollaro. "Gli Usa stanno alimentando una bolla speculativa che, se dovesse scoppiare, farebbe tremare il mondo" dichiarò. Chávez disse anche che vari paesi stavano valutando di prendere come moneta di riferimento per il prezzo del petrolio e per il commercio internazionale, l'euro al posto del dollaro. (Ansa 01/06/2006)
Il 27 febbraio del 2007, Hugo Chávez firmò il Decreto sul passaggio di tutti i giacimenti petroliferi sotto il controllo della PDVSA.
Il documento non significa che le compagnie straniere interrompevano la loro attività in Venezuela. Il presidente proponeva loro di creare insieme a PDVSA imprese miste, trasferendo il pacchetto di controllo azionario alla Corporazione statale venezuelana.
Hugo Chávez aveva affermato di non volere l'uscita delle transnazionali dal paese, ma aveva voluto sottolineare che il settore petrolifero rivestiva e riveste importanza strategica per l'economia del paese e non può appartenere ad imprese private. Chávez ha bisogno di petrolio, o per meglio dire, di petrodollari non solo per riarmare l'Esercito, ma soprattutto per investire nelle riforme sociali, nell'agricoltura, nella sanità pubblica e nell'istruzione.
Occorre pure segnalare che Chávez ha progetti molto più estesi. Mediante il petrolio si propone di consolidare l'alleanza degli Stati latinoamericani che, a suo parere, dovrebbe trasformarsi in un nuovo centro di influenza nel continente. Sebbene molti dei suoi omologhi latinoamericani non appoggino i sentimenti anti-nordamericani di Chávez, si mostrano benevoli rispetto alla possibilità di rafforzare la loro indipendenza rispetto agli USA, facendo affidamento sugli idrocarburi venezuelani a basso prezzo. Per questo, è stato unanimemente appoggiato il progetto di gasdotto transcontinentale dal Venezuela all'Argentina, Brasile, Uruguay e Paraguay di 8 mila Km che costerà 23 milioni di dollari. In futuro si aggiungerà il gas boliviano.
Il consorzio russo "Gazprom", che offre cooperazione nei lavori e nella produzione di tubi e gas liquido, è disposto a prestare assistenza ai paesi latinoamericani nella realizzazione del progetto in questione e ha già firmato con i partecipanti al gasdotto sudamericano i primi documenti a riguardo. Oltre a "Gazprom", in Venezuela è presente "Lukoil" che ora si appresta a valutare e ad assicurare la certificazione internazionale delle riserve di greggio nella faglia dell'Orinoco.
I cinesi e i giapponesi, desiderosi di ottenere idrocarburi di regioni più stabili di quelle dell'Oriente arabo, si mostrano anch'essi interessati ad appoggiare il riorientamento delle forniture di petrolio e gas da parte del Venezuela. Durante la sua visita a Pechino, Hugo Chávez ha firmato il contratto che prevede entro il 2012 l'aumento di sei volte delle esportazioni di petrolio alla R.P. Cinese: da 150.000 fino a 1 milione di barili giornalieri. Da parte loro, le compagnie giapponesi di investimenti commerciali "Marubeni" e "Mitsui Bussan" hanno firmato con PDVSA un contratto della durata di 15 anni per forniture giornaliere di 200.000 barili di petrolio.

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C'era una volta il posto fisso

ancora pochi anni fa usciti dalla scuola si sperava, ovviamente attraverso le conoscenze giuste, di entrare a lavorare in qualche grossa azienda, magari statale, in modo da sentirsi sicuri di avere un'occupazione stabile su cui costruire il futuro.

in pochi giorni anche in italia, mica stiamo parlando di un paese anglosassone patria del precariato, escono allo scoperto l'industriale fiat; la ex pubblica sip oggi telecom; e persino la banca più grande del paese, unicredit. tutti accomunati dalla volontà/esigenza di tagliare l'organico.

c'è niente da fare, il presente è questo piaccia o non piaccia, giusto o sbagliato che sia.
nessuno si senta al sicuro, nessuno abbia pretese sul futuro perchè si è tutti in ballo anche i dipendenti e non solo i titolari.

la mia idea sul come tutelare le esigenze di posto fisso e precariato l'avevo già espressa qui.
per chi è in proprio o gestisce un'azienda invece non vedo altra alternativa all'arrangiarsi.

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giovedì 5 agosto 2010

Gli aggiornamenti latitano

la borsa va (fin che la barca va lasciala andare), i lavori in vigna e nelle olive proseguono in più è estate e c'è l'amore... insomma tempo per il blog zero :-)

di buono c'è che almeno chiudono senato e camera per ferie, poverini... mi raccomando riposatevi bene che l'autunno si avvicina e si sà, in autunno le foglie cadono... :-)

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