giovedì 26 agosto 2010

A bergamo

questi ragazzi magari stanno studiando da futuro ministro dell'interno e ieri hanno dato un esame attidutinale?

wikipedia
Roberto Maroni è intanto condannato in primo grado nel 1998 a 8 mesi per oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale. In appello nel 2001 la pena è stata ridotta a 4 mesi e 20 giorni perché nel frattempo il reato di oltraggio era stato abrogato. La Cassazione nel 2004 ha poi commutato tutto in una pena pecuniaria di cinquemila euro. Maroni in concreto avrebbe tentato di mordere la caviglia di un agente di polizia


oppure avranno tentato di ingraziarsi lo stesso incendiando quelle due auto visti i comportamenti degli amici colleghi di partito.

wikipedia:
Il 1º luglio 2000, al termine di una fiaccolata antidroga del «Coordinamento Piemonte dei volontari verdi», Borghezio viene ritenuto responsabile insieme ad altri sette leghisti dell'incendio scoppiato presso i pagliericci di alcuni immigrati che dormivano sotto il ponte Principessa Clotilde a Torino. Per questo gesto verrà rinviato a giudizio e condannato in via definitiva dalla Cassazione nel luglio 2005 a due mesi e venti giorni di reclusione, commutati poi in una multa di 3.040 euro per concorso nel reato di danneggiamento seguito da incendio.

oppure sono troppo intelligenti, informati ed intellettualmente onesti per dare loro la possibilità di discutere in un luogo pubblico attraverso un bel contraddittorio??!!?

io penso che in certi ambienti ci sia la volontà di innalzare il più possibile la tensione.
io penso che certi ambienti ritengano di beneficiare politicamente da una situazione di forti tensioni.
io penso che a qualcuno l'idea di un ritorno di certi tempi (anni '70- '80) non spiaccia.
io penso che se oggi metti la gente fuori dagli stadi, magari gente che un futuro non ce l'ha perchè il contesto economico e sociale è quello che è, può essere te la ritrovi per strada.

può essere che oggi non esista organizzazione/aggregazione libera in grado di offrire supporto a lotte di rivendicazione sociale e che questo basti a tenere la piazza politica in stallo.
può essere che per una cazzata quale il pallone, dove però i gruppi di persone organizzate ci sono, venga a galla un pò di rabbia e frustrazione dovuta anche a cose tremendamente serie (lavoro, famiglia, giustizia, libertà, diritti ecc.)
può essere che la gente te la ritrovi a volto scoperto e ci fai odience e ci fai consenso/potere/voti.
ma può essere pure che te la ritrovi nell'ombra e magari ci fai anche altro... però in quel caso sono cazzi seri per tutti.

ps: questi miei pensieri non vogliono assolutamente essere minacce nè tantomeno istigazione alla "sovversione" o al "terrorismo" o alla "guerriglia" o chessò altro!
non sono io quello che aizza gli italiani a violare la legge (non pagare le tasse o il canone rai)... e anzi, mi pare semmai oggettivo dire che chi cerchi di coprire le stragi di terrorismo troppe volte fà/ha fatto il doppio gioco.
semplicemente ho espresso il mio pensiero a riguardo perchè temo questo possa riservare il presente/futuro.

pps: segnalo un ottimo articolo su il corsera a firma roberto stracca. non servono genii a capire certe cose, basta un pò di intelligenza e onestà.

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3 Commenti:

Alle 27 agosto 2010 alle ore 15:08 , Blogger LL ha detto...

ci aggiungo ancora una cosa che nella sua ovvietà non è stata presa in considerazione:
abbiamo avuto 500persone, 500ultras possiamo tranquillamente dire, che si sono radunate senza ci fosse in ballo alcuna partita
e si sono mosse ben lontane dagli stadi,
senza l'atalanta,
raggiungendo una festa politica,
con l'intenzione di "interagire" con la piazza e farsi sentire politicamente.

per me quanto appena detto non è affatto un dettaglio! anzi è una cosa che dovrebbe fare riflettere...

libero, il quotidiano, ho visto che in prima pagina oggi ha tirato fuori l'aggettivo "terroristi" riferendosi agli ultras dell'atalanta.

questa è la prossima etichetta, è un pò che lo dico e con oggi ufficialmente si viene catalogati in questo modo (seppur ovviamente libero non è che sia la bibbia, però sappiamo che politicamente è un giornale molto schierato e molto vicino a certi ambienti).

questo per me è davvero un punto importante, estromessi dagli stadi i gruppi che continueranno a resistere/combattere non saranno più gruppi di tifosi delinquenti, bensì di terroristi che combattono lo stato.
a quel punto penso che su cose molto serie si potrebbe finire per andare a parare... e lì sarebbero cazzi perchè di argomenti delicati ce ne sono tanti...

infine butto là due esempi del recente passato estranei al calcio che testimoniano una certa possibilità dei gruppiultras di allinearsi a lotte politiche strettamente legate al territorio:
alcuni napoletani che facevano barricate a pianura contro la discarica, e alcuni granata integrati nel fronte no tav.

però a "quei tempi" nessuno li chiamava terroristi.

 
Alle 30 agosto 2010 alle ore 13:19 , Blogger LL ha detto...

di Massimo Fini
28 agosto 2010
Siamo stufi, arcistufi, di questo Stato di polizia. Che non è quello delle intercettazioni telefoniche, come pretende Berlusconi che ha la coscienza sporchissima, che sono perfettamente legittime quando autorizzate dalla Magistratura, ma quello dove le libertà più elementari sono osteggiate, conculcate, vietate, proibite, scomunicate, tranne quella economica anche quando passa sul massacro della popolazione (è “la libera intrapresa” a creare la disoccupazione, oh yes, ma questo ve lo spiegherò in un’altra occasione) e, ovviamente, quelle del Cavaliere che può corrompere testimoni in giudizio, pagare mazzette ai finanzieri, consumare colossali evasioni fiscali, avere decine di società “off shore”, precostituirsi “fondi neri” impunemente perché, attraverso i suoi scherani, si fa cucire leggi su misura che lo tengono fuori dai processi.
Non bastassero già le leggi nazionali, dove sono sempre più feroci i limiti imposti al consumo di alcol, al fumo, non solo a tutela dei soggetti passivi ma anche di quelli attivi, alla prostituzione (da strada naturalmente, quella delle escort e soprattutto dei loro importanti clienti è immune), ora, dopo un altro demenziale decreto del ministro Maroni, ci si sono messi anche i sindaci, in particolare leghisti, ma non solo, a imporre i divieti più grotteschi e assurdi. A Verona è proibito sbocconcellare un panino in strada, consumare alcol fuori dai bar, bagnarsi nelle fontane, girare a torso nudo (il Mullah Omar era più permissivo). A Vicenza ci sono multe salatissime (500 euro) “per camper e roulotte che trasformano la sosta in un bivacco”. A Novara sono vietate le passeggiate notturne nei parchi se si è più di due (durante il fascismo ci volevano almeno cinque persone per considerarle “radunata sediziosa”). A Eraclea (Sicilia) è proibito ai bambini costruire castelli di sabbia in riva al mare. A Firenze, a Venezia, a Trento e in altre città è vietato chiedere l’elemosina, cosa che non si era mai vista prima (nemmeno nei “secoli bui” del Medioevo, anzi, tantomeno nel Medioevo in cui si riteneva che il mendico, come il matto, avesse, per dei suoi misteriosi canali, un rapporto privilegiato con Dio) in nessuna società del mondo, eccezion fatta per l’Unione Sovietica.
Adesso, sempre per iniziativa del solerte Maroni, è arrivata anche la “tessera del tifoso”. È intollerabile che uno per andare a vedere una partita di calcio debba chiedere la patente alla società. Una schedatura mascherata, socialmente razzista perché imposta solo ai tifosi che vanno nel “settore ospiti”, cioè dietro le porte e nelle curve, mentre chi può pagarsi i “distinti” non subisce questa gogna. In realtà questa misura illiberale va nel segno di una tendenza in atto da molti anni: eliminare via via il calcio da stadio a favore di quello televisivo e degli affari di Sky, Mediaset e compagnia cantante (con corollario di moviola, labiali, giocatori scoperti in flagranti e sacrosante bestemmie – robb de matt – e, da quest’anno, anche la profanazione del tempio sacro dello spogliatoio). Ma chi conosce anche solo un poco il “frubal”, come lo chiamava Gioann Brera ai tempi belli in cui tutte queste stronzate non esistevano, sa che fra il calcio visto allo stadio e quello visto in casa, in pantofole, fra una telefonata e l’altra e magari sbaciucchiandosi con la fidanzata (orrore degli orrori, il calcio è un rito che vuole una concentrazione esclusiva, non sono mai andato allo stadio con una ragazza e fra Naomi e Ruud Van Nistelrooy – doppietta allo Shalke 04 per inciso – non ho dubbi) non corre alcuna parentela. Per vivere davvero la partita, per capirla, bisogna essere allo stadio, vedere tutto il campo (ci sono centrocampisti che, se guardi la partita in Tv, sembrano aver giocato male perché han toccato pochi palloni e invece hanno giocato benissimo, di posizione) e non solo quello che garba al cameraman.

 
Alle 30 agosto 2010 alle ore 13:20 , Blogger LL ha detto...

Dal 1983 – introduzione del terzo straniero – il calcio da stadio ha perso il 40% degli spettatori. Quest’anno gli abbonamenti sono ulteriormente crollati del 20%. Molti tifosi hanno solidarizzato con gli ultras in rivolta e non l’hanno rinnovato. E poi ci sono le ragioni, così efficacemente spiegate da Roberto Stracca in un servizio sul Corriere (26/8) e che hanno tutte la stessa origine: scoraggiare la gente dall’andare allo stadio. “Anche chi non è ultrà – scrive Stracca – e non ha mai pensato di esserlo, dopo biglietti nominali, necessità di un documento per un bambino di 8 anni, odissee fantozziane nella burocrazia più ottusa per una partita di pallone, non ne ha potuto più e ha finito per dire addio allo stadio e aderire alla sempre più ricca offerta televisiva”.
Maroni, contestato violentemente da 500 ultras bergamaschi alla Festa della Lega ad Alzano Lombardo, ha detto: “Dicono di essere dei tifosi, ma non lo sono. Sono dei violenti”. E invece gli ultras sono gli ultimi, veri, amanti del calcio. Qualche anno fa, in una domenica canicolare e patibolare di giugno, i demonizzatissimi ultras in rappresentanza di 78 società, di A, di B, di C e delle serie minori, diedero vita a Porta Romana, a Milano, davanti alla sede della Figc, a una civilissima manifestazione al grido di “Ridateci il calcio di una volta!” (cioè: numeri dall’uno all’undici, arbitro in giacchetta nera, pochi stranieri, riscoperta dei vivai e, soprattutto, basta con l’enfiagione economica che ha distrutto tutti i valori mitici, rituali, simbolici, identitari, che ne hanno fatto la fortuna per un secolo, a favore del business e che finirà, prima o poi, per farlo scoppiare come la rana di Esopo). La notizia – mi pareva una notizia – passò sotto silenzio. Persino la Gazzetta dello Sport dedicò all’avvenimento un box di poche righe. Non bisognava disturbare il manovratore. Cioè gli affari.
Due parole sulla “violenza” Ad Alzano Maroni ha detto anche: “Io con i violenti non parlo”. E allora il primo cui non dovrebbe rivolgere la parola è Umberto Bossi, il suo Capo. L’ineffabile Maroni si è dimenticato che il leader del Carroccio, agli albori della Lega, dichiarò: “Ho trecentomila leghisti pronti a estrarre la pistola dalla fondina” (in realtà quelli, dalla fondina, possono estrarre al massimo il loro cellulare), e in seguito: “andremo a prendere i fascisti uno a uno, casa per casa”, e ancora, a proposito dei magistrati, “bastano delle pallottole e una pallottola costa solo 300 lire”, e di recente ha anfanato di fucili e altre armi se non gli concedevano non mi ricordo che cosa, parole che dette da un esponente del Governo, sono ben più gravi delle quattro macchine date alle fiamme durante la contestazione di Bergamo.
Io sto con gli ultras. Anche quelli violenti di Bergamo. Perché mi paiono gli unici ad aver voglia ed energia di rivolta in un Paese in cui i cittadini si fan passare sopra ogni sorta di abusi, di soprusi e di autentiche violenze sempre chinando la testa. Sudditi. Nient’altro che sudditi.

 

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