mercoledì 12 maggio 2010

Petroldollari 2,7

2.7. Vantaggi comparati del petrodollaro e la sfida del petroeuro

L'indicizzazione del petrolio nella moneta dominante nel commercio internazionale offre una serie di vantaggi per il paese emettitore.
In primo luogo protegge i consumatori di quel paese dalle fluttuazioni nel cambio. In questo modo se il dollaro si deprezza di fronte ad altre monete, i prezzi dei prodotti primari, che generalmente sono denominati in dollari, non aumentano per i consumatori statunitensi. Quindi l'indicizzazione del prezzo del petrolio in dollari, diminuisce la volatilità dei prezzi per l'economia americana comparata ad altri paesi che devono affrontare sia il rischio delle fluttuazioni del prezzo del petrolio, sia quelle del cambio della propria moneta. Di conseguenza la commercializzazione del petrolio in dollari spiega la relativa immunità dei prezzi interni degli USA alle influenze del cambio.
Con un ipotetico cambiamento nell'indicizzazione del petrolio in euro ci troveremmo in uno di questi quattro scenari possibili.
1- Svalutazione del dollaro e petrolio indicizzato in dollari
Ipotesi: Il prezzo del petrolio è di $60 al barile. Il cambio iniziale è $1 = ¬ 1 (1:1)Il dollaro si svaluta a $1.1 = ¬ 1 (1.1 :1)
Quindi il prezzo del petrolio in euro si riduce da 60 a 54,2!!
2- Svalutazione del dollaro e petrolio indicizzato in euro
Ipotesi: Il prezzo del petrolio è di ¬ 60 al barileIl cambio iniziale è $1 = ¬ 1 (1:1) Il dollaro si svaluta a $1.1 = ¬ 1 (1.1 :1)
Quindi il prezzo del petrolio in dollari sale da $60 a $66 Con la svalutazione del dollaro e il petrolio indicizzato in dollari, l'Europa esce avvantaggiata con una riduzione del prezzo del petrolio, mentre gli Stati Uniti non subiscono variazioni nel prezzo. Con la svalutazione del dollaro e il petrolio indicizzato in euro, l'Europa non subisce variazioni nel prezzo mentre gli Stati Uniti subiscono un incremento nel prezzo del petrolio. Quindi, gli Stati Uniti rischiano conseguenze negative con la svalutazione del dollaro nel momento in cui il petrolio venga indicizzato in euro.
3- Rivalutazione del dollaro e petrolio indicizzato in dollari
Ipotesi: Il prezzo del petrolio è di $60 al barileIl cambio iniziale è $1 = 1 (1:1) Il dollaro si rivaluta a $0.9 = ¬ 1 (0.9 :1)
Quindi il prezzo del petrolio in euro sale da ¬ 60 a ¬ 66,64!!

4- Rivalutazione del dollaro e petrolio indicizzato in euro
Ipotesi: Il prezzo del petrolio è di $ 60 al barileIl cambio iniziale è $1 = ¬ 1 (1:1) Il dollaro si rivaluta a $0.9 = ¬ 1 (0.9 :1)
Quindi il prezzo del petrolio in dollari scende da $60 a $54
Con la rivalutazione del dollaro e il petrolio indicizzato in dollari, l'Europa esce svantaggiata con un aumento del prezzo del petrolio, mentre gli Stati Uniti non subiscono variazioni nel prezzo.
Con la rivalutazione del dollaro e il petrolio indicizzato in euro, l'Europa non subisce variazioni nel prezzo mentre gli Stati Uniti ottengono una riduzione nel prezzo del petrolio. Quindi, l'Europa corre il rischio di continuare a subire aumenti nel prezzo del petrolio con la rivalutazione del dollaro, nel caso in cui si mantenga l'indicizzazione del prezzo del petrolio in dollari.
Gli Stati Uniti rischiano l'aumento del prezzo del petrolio ma non quello delle fluttuazioni dei tassi di cambio a differenza dell'Europa che può essere colpita da entrambi: l'aumento del prezzo del petrolio e la rivalutazione del dollaro.
Nonostante questo, la svalutazione del dollaro rispetto alle altre monete e il fatto che quindi il prezzo del petrolio si riduca rispetto alle altre monete non rappresenta una situazione comparativamente più favorevole per l'Europa, per la semplice ragione che il privilegio di emettere la moneta in cui si realizza la compravendita del petrolio permette agli Stati Uniti di comprar petrolio emettendo banconote. L'indicizzazione del petrolio in dollari offre alla Federal Reserve la possibilità di contrastare l'incremento del prezzo del petrolio con politiche monetarie inflative, una alternativa che non possiedono le altre banche centrali.La bassa elasticità della domanda per molti derivati del petrolio, a fronte delle fluttuazioni nel prezzo, specialmente nel caso dei trasporti, significa che un incremento nel prezzo del petrolio aumenta i costi per i consumatori e produce conseguenze negative sulle bilance dei pagamenti dei paesi importatori di petrolio.
Parallelamente, una riduzione nel prezzo del petrolio riduce i costi e alleggerisce le bilance dei pagamenti per i paesi importatori. Quindi il grado di autosufficienza petrolifera di un paese riduce gli effetti negativi che un aumento del prezzo del petrolio provocherebbe sulla bilancia dei pagamenti e sulla stabilità monetaria.Per questo, la maggior dipendenza dal petrolio importato colloca la zona dell'euro in una posizione svantaggiata rispetto agli USA perché è più vulnerabile all'incremento dei costi energetici sia per la sua minore produzione interna (anche se ormai gli Usa importano il 70% del loro fabbisogno petrolifero) sia per le fluttuazioni nei tassi di cambio a differenza degli USA.
Quindi l'interesse strategico della zona dell'euro di aumentare la sua influenza nel mercato petrolifero internazionale e di imporre l'euro come moneta internazionale di riserva, è dovuto alla sua posizione di grande importatore di petrolio.I paesi esportatori di petrolio il cui commercio si dirige principalmente verso gli USA o in Asia Orientale (regione le cui monete sono vincolate al dollaro) sono meno esposti alla perdita di potere delle loro esportazioni a fronte di una svalutazione del dollaro. Paesi come Argentina, Canada, Colombia, Venezuela, Messico non sono esposti alle fluttuazioni dei tassi di cambio allo stesso modo di altri paesi esportatori il cui commercio è geograficamente più diversificato.
D'altra parte, quegli esportatori di petrolio che effettuano la maggior parte del loro commercio con l'Europa potrebbero essere fortemente incentivati a indicizzare il petrolio con un euro forte come alternativa per difendere il loro potere di acquisto. Per esempio paesi come Algeria, Iran, Libia, Russia, Gran Bretagna, Norvegia.
A partire dalla sua entrata in vigore, l'euro si è convertito nella moneta del mercato spot di Rotterdam, dove si determinano i prezzi del nordovest dell'Europa e dei mercati di Marsiglia e Genova dove si determinano i prezzi del Mediterraneo. Si prevede che la creazione di un mercato petrolifero più integrato e in euro eserciterà la sua influenza nella formazione del prezzo del Brent scambiato nel mercato londinese IPE (International Petroleum Exchange) che opera attualmente in dollari. Questo è di fondamentale importanza perché la maggior parte del petrolio commercializzato a Londra viene venduto alle raffinerie del nordovest europeo ed è quello che influisce maggiormente sui costi energetici europei.
La conversione in euro del mercato di Rotterdam e di altri mercati europei non è ancora sufficiente perché il dollaro venga sostituito nella commercializzazione del greggio europeo. La produzione di petrolio nella eurozona è minima e non possiede il potere di mercato sufficiente per sostituire l'euro al dollaro anche perché l'Europa non è una potenza militare come gli Usa.
Il prezzo del greggio Brent è uno dei tre punti di riferimento chiave nella commercializzazione internazionale del petrolio, insieme ai mercati di New York e Dubai. La sua importanza risiede non solo nella determinazione dei prezzi del Mare del Nord ma gioca anche nella formazione dei prezzi del petrolio del Nord Atlantico e nella maggior parte delle transazioni di petrolio effettuate fuori dal Nordamerica. Questo è dovuto in buona parte alla posizione intermedia del mercato del Brent tra Medio Oriente e America del Nord, che permette di estendere la sua influenza nel mercato di Dubai che opera facendo riferimento al mercato del Brent e alla domanda europea. A sua volta il mercato di Dubai determina la formazione dei prezzi del greggio importato in Asia orientale includendo il petrolio proveniente da Indonesia e Malesia ma anche il petrolio messicano esportato verso l'Asia. Per questo il mercato del Brent è un prezzo leader non solo in Europa e Africa ma indirettamente anche in Medio Oriente e Asia orientale.

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1 Commenti:

Alle 14 maggio 2010 alle ore 14:58 , Anonymous Anonimo ha detto...

Fino a pochi mesi fa si sentiva dire che molti paesi, forse per fare un dispetto o forse per prudenza volevano cambiare la moneta di riferimento e passare dal dollaro mall'euro (cina russia paesi arabi ecc.)ora che l'euro rischia di sparire cosa dicono questi paesi?
apo

 

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