lunedì 31 dicembre 2007

Sospetto...

è dal SOSPETTO che nascono le più grandi tragedie ed ingiustizie dell'umanità il cui elenco è molto lungo; vediamone alcune anche se la questione meriterebbe ben altro spazio che purtroppo qui non posso dare tuttavia sarebbe per me una grande gioia se solo riuscissi a dare al lettore un imput per un proprio personale ragionamento.

il concetto di razzismo si fonda su un sospetto, quello di superiorità ed inferiorità.
che è un sospetto lo si può provare deducendo che siamo certissimi come da un punto di vista scientifico, medico, clinico cioè vero e indiscutibile, in assoluto non esistano razze umane superiori. dal sospetto poi nasce la convinzione, assolutamente folle, di razza buona e razza cattiva che ha portato ad esempio al tragico olocausto.

la legittimazione alla totale distruzione delle popolazioni amerindie nasceva dal sospetto che queste fossero inferiori o indemoniate. dallo stesso sospetto arrivava l'ok al colonialismo dell'africa, asia e oceania ed alle conseguenti deportazioni di massa con annesso schiavismo.

l'inquisizione nel medioevo sulla base di un sospetto di stregoneria metteva la gente al rogo, l'annegava, la torturava ecc.. anche qui da un punto di vista pragmatico il sospetto si basa sul niente ma l'unico modo di dimostrare la propria estraneità a poteri soprannaturali era morire.

e che dire del sospetto di non essere comunisti in urss per il quale durante tutto il secolo scorso sono state legittimate deportazioni nei gulag di migliaia di persone? bastava essere sospettati di non essere comunisti... mica veniva chiesto chissà che...

in casa nostra mussolini, come tutte le dittature, fece propria la legge del sospetto. ad esempio era vietato riunirsi in piazza con un numero superiore alle due persone, il sospetto era trame oscure, sovversione. i paesi e le città erano nelle mani dei podestà ai quali non venivano chiesti atti giudirici bensì sospetti. bastava sospettare di tizio o caio per far arrivare la milizia che notoriamente non stava lì a chiedere spiegazioni. agiva e basta.

oggi purtroppo la cultura del sospetto in italia sta tornando prepotentemente di moda e l'essere sospettati già in diversi casi porta con sè conseguenze che hanno il sapore della condanna.
è così con i cittadini comunitari come abbiamo visto nel decreto sicurezza (post sotto).
è così per i tifosi, per tutti e senza tornare a tirare in ballo megafoni e tamburi di cui veniamo privati ingiustamente tutti tanto per cambiare esempio vi faccio notare un'altra cosa: i ragazzi di genova accusati di rissa prima del derby sono in attesa di un processo ma intanto per loro è già scattato il divieto di accesso agli stadi per 5 anni. tale divieto per un tifoso è evidente sia molto più duro da digerire che gli arresti domiciliari per tanzi... ma viene da chiedersi, e se dal processo risultasse che tizio o caio non è colpevole? chi gli restituisce gli anni di daspo? (non sarebbe la prima volta, ho saputo che gli interisti daspati per i presunti buh a zoro del messina sono stati scagionati dai periti nel processo a loro carico...)
e nei confronti dei liberi professionisti, degli artigiani, degli imprenditori come si comporta fiscalmente questo stato? presuppone, sospetta, che per quanto sia buona la legge egli comunque evaderà le tasse perciò questo giustifica una pressione fiscale abnorme; della serie: sò già che tanto evadi lo stesso quindi per recuperare alzo dove non puoi avere scampo.
sono certo che ognuno di voi lettori se ci riflettesse un minimo sarebbe in grado di dimostrare come nel proprio lavoro egli debba rispondere della presunzione di colpevolezza (ricordo a tal proposito un bellissimo articolo a firma zener; roby se lo trovi....). LL

1 Commenti:

Alle 2 gennaio 2008 alle ore 14:56 , Anonymous Anonimo ha detto...

Purtroppo è così: presunzione di colpevolezza e l'onere della prova di innocenza riversato sul presunto colpevole.
E' la teoria del sospetto tipica del Medioevo: bastava poco per finire sul rogo.
Il brutto è che anche nel secondo millennio è così: in certi campi (fisco) si parte dal presupposto di colpevolezza sulla base di dati oggettivi, astratti, tratti per medie nazionali (vedi studi di settore): provare la propria innocenza basata su dati soggettivi e reali non serve più: se non sei nella media sei SICURAMENTE colepvole e come tale devi pagare pegno.
Roby

 

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