venerdì 6 febbraio 2009

Gioacchino Genchi Blog

l'ho visto ieri sera ad annozero, ero curioso perchè non avevo mai visto prima questo signore su cui ho recentemente letto cose disparate, di una diversità macroscopica...
lì già mi erano venuti dei dubbi... perchè è chiaro no, se uno è un poco di buono o un'incapace lo attacco con coerenza ed il gioco è fatto, lo smerdo per forza prima o dopo;
se invece il bombardamento è vago, allargato e fa vistosamente acqua almeno da qualche parte qualcosa non torna...

esempio pratico, una domenica mattina in tv sento:
"pullman di ultras juventini e laziali si scontrano, parte un colpo di pistola morto un ragazzo"
poi si dirà:
"il ragazzo morto era sottoposto a daspo"
poi siccome era troppo immensamente grossa si è dovuto riconoscere che gli ultras della juve non potevano fisiologicamente essere lì poichè erano da tutt'altra parte su tutt'altra strada.
come era assolutamente falso che gabbo fosse reo di reati da stadio.
come era assolutamente falso che si trattasse di pullman (il dettaglio non è da poco in quanto sui pullman si muovono i tifosi organizzati, in auto no! quindi tutti i discorsi conseguenti, del tipo vietamo le trasferte ai gruppi organizzati, vietiamo l'esistenza degli stessi gruppi organizzati è quantomeno fuori luogo).
allora si è calato a dire di scontri tra auto di tifosi di opposte fazioni. ma si è aggiunto che nel bagagliaio dell'auto degli amici di gabriele ci fossero armi improprie varie. altra cosa smontata.
poi è venuto fuori che c'era un poliziotto dal lato opposto della careggiata autostradale che avrebbe sparato due colpi in aria. altra cosa che non poteva reggere all'infinito ma che ha comunque retto una giornata intera.

capito cosa voglio dire?
bisognava attaccare gabriele sandri, sputtanare tutti i tifosi d'italia ed ergere ad eroe un assassino. poi sfiga vuole che la famiglia sandri fosse ricca, che gabbo fosse molto conosciuto, che tutti i tifosi d'italia (e non solo) abbiano fatto fronte comune.

torniamo a genchi, ieri sera mi ha fatto una buona impressione, non mi è sembrato affatto un fesso; si è difeso molto bene dagli "attacchi" dell'avvocato ghedini, persona sicuramente molto intelligente e preperata (non entro nel merito di cosa personalmente penso del suo animo, del suo cuore...); brillante la battuta a martelli ("gli appalti li faceva craxi"); mi ha convinto su questioni tecniche incontestabili, basta chiedere ai carabinieri.

chissà, magari un giorno sull'intera vicenda faranno un bel film... politici locali, parlamentari, imprenditori, affiliati ai clan, servizi segreti, ruolo dei media, magistrati stroncati e fino a quel momento stimati, riforma della giustizia...
mah... chissà quale scenario dipingerà il regista... quale sarà il finale? chi saranno i buoni? chi i cattivi? ;-)

e vabbeh, vi segnalo il suo blog http://gioacchinogenchi.blogspot.com/ così almeno se qualcuno fosse così democratico & liberale oltrechè garantista da desiderare di ascoltare anche la sua campana....

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ps: ah che libidine ieri guardando annozero quando è venuto fuori che uno striscione esposto in piazza nella manifestazione organizzata da dipietro, con un testo del tipo: "napolitano dormi, popolo insorgi" è stato sequestrato.

prima agli ultrà poi a tutta la città

ricordate?
tutti avete votato le limitazioni della libertà d'espressione e ora qualcuno comincia a prendersi in culo quello che ha lui stesso aiutato a confezionare... e questo è solo l'inizio... LL

2 Commenti:

Alle 7 febbraio 2009 alle ore 13:07 , Anonymous Anonimo ha detto...

di Monica Centofante – 6 febbraio 2009
http://www.antimafiaduemila.it/
Diamo i numeri. 3 milioni, 4 milioni, 7 milioni? No 752. Sono 752 i tabulati acquisiti, su mandato della procura, da Gioacchino Genchi nell’ambito della complessa inchiesta Why Not. Il che significa, una volta di più, che il fantasmagorico archivio segreto che conterrebbe i dati personali di un decimo degli italiani e di fronte al quale più o meno tutti dovremmo sentirci privati della nostra libertà personale è in realtà una colossale balla.
Niente di nuovo, ma almeno per una volta la notizia è passata in televisione senza commenti o censure, dalla viva voce di Gioacchino Genchi, il consulente delle procure – che è anche perito delle difese – che nel corso della trasmissione “Annozero” ha potuto finalmente spiegare: far lievitare i numeri è facile, “è come contare quanti passeggeri prendono la metropolitana in una settimana senza considerare che, ogni giorno, una buona fetta di persone è sempre la stessa”. Insomma, le cifre relative ai tabulati sono elevate perché si riferiscono ai contatti che ogni utenza può avere in un determinato lasso di tempo, il che non significa che siano stati acquisiti i contatti di tanti soggetti, ma tanti contatti degli stessi soggetti. O delle diverse utenze in uso a quegli stessi soggetti, perché è più volte capitato che un solo indagato avesse più numeri cellulari, o che inserisse una stessa sim in cellulari diversi. Nessuna cospirazione, quindi, soltanto una normale procedura che il consulente nonché vicequestore della Polizia in aspettativa utilizza dai tempi di Falcone in poi, con notevoli risultati in termini giudiziari tanto da essere considerato uno dei massimi esperti del settore.
I suoi accertamenti, infatti, si sono rivelati estremamente preziosi per decine di inquirenti che, come normalmente avviene perché previsto dalla legge (meglio ribadirlo visto che fino a ieri non lo aveva ben capito neppure l’ex ministro della Giustizia Claudio Martelli), si avvalgono di consulenti tecnici privati quando non hanno competenza in una determinata materia: nel caso specifico l’informatica e la telefonia (niente a che vedere con le intercettazioni ovviamente, che Genchi non ha mai ha fatto). Una collaborazione grazie alla quale si sono risolti processi di mafia, ‘Ndrangheta, Camorra, omicidio, rapina, strage per cui le sole intercettazioni non sarebbero state sufficienti. Perché anche le intercettazioni, è chiaro, vanno lette e capite e soprattutto contestualizzate. E allora ecco che sapere l’ora e il luogo in cui sono avvenute, cosa è accaduto prima e cosa è accaduto dopo diventa fondamentale per trasformare una conversazione insignificante in una prova schiacciante. Genchi (e altri come lui) lo ha fatto centinaia di volte, non solo per il Dott. De Magistris è chiaro, ma per molti altri magistrati. Contribuendo a consegnare alla Giustizia decine di assassini.Ma allora cosa c’è di diverso oggi? I nomi. Sono i nomi degli intestatari di quelle utenze che sono diversi e che dopo la gogna mediatica gli hanno fatto guadagnare una bella iscrizione nel registro degli indagati della Procura di Roma. Le ipotesi di reato contestate: abuso d’ufficio e violazione della legge sulla privacy; alle quali occorre aggiungere le accuse mosse dal Copasir che solennemente ha sentenziato: “Genchi ha violato il segreto di Stato”.
Tra i principali accusatori il Ros di Roma, che ipotizza una serie di illeciti che avrebbe compiuto il consulente, il quale avrebbe avuto accesso “ad una diversa banca dati” rispetto a “quella disponibile presso le concessionarie di telefonia”.
Peccato che nelle carte dei giudici di Salerno Apicella, Nuzzi e Verasani, più precisamente nel discusso decreto di sequestro probatorio che è sfociato nelle perquisizioni dello scorso 2 dicembre, la verità, anche in questo caso, risulta capovolta. Perché, si legge in quel documento, in seguito all’”illegale” avocazione del procedimento Why Not operata dal Dott. Dolcino Favi (nel 2007 ndr.) e all’altrettanto immotivata revoca dell’incarico di consulenza a Gioacchino Genchi, lo stesso Favi conferiva la stessa attività tecnica oggetto dell’incarico consulenziale revocato proprio ai Carabinieri del Ros di Roma e agiva “in violazione delle disposizioni procedurali sulla competenza, in particolare dell’art. 11 c.p.p. relativo ai procedimenti riguardanti i magistrati, e di quelle disciplinanti l’iscrizione nel registro degli indagati e le garanzie difensive del soggetto che assume la qualità di persona sottoposta ad indagini”. Il Favi quindi delegava i Carabinieri del Ros a svolgere accertamenti tecnici sulle attività di acquisizione dei dati di traffico telefonico svolte nell’ambito del procedimento Why Not “sulla base di asserite pseudo-notizie di reato a carico del consulente d’ufficio dr. Genchi non riscontrate né riscontrabili, in assenza di formali ed autonomi provvedimenti di iscrizione”. “Nonché sulle attività tecniche di rilevazione, esame ed elaborazione analitico-relazionale dei dati medesimi e su tutte le operazioni tecniche demandate … al consulente del Pubblico Ministero”. “Le verifiche delegate al Ros di Roma – prosegue il documento – venivano espletate con l’impiego di strumenti di analisi … mediante attività, in loco, di ispezione, osservazione, rilevazione, analisi ed elaborazione di dati tecnici acquisiti presso lo studio del consulente, senza l’osservanza di alcuna minima garanzia difensiva di tutela del predetto”, accusato di gravi illegittimità che, secondo l’analisi dei giudici, non avrebbe commesso.
Emerge dunque, concludono i magistrati , “come nell’ambito di un procedimento illegalmente avocato s’innesti su un’indagine tecnica … una serie di accertamenti tecnici sulle attività esperite dal consulente del medesimo procedimento e dallo stesso magistrato”, “senza alcuna osservanza dei meccanismi normativi obbligatori”.
Quel documento, lo ricordiamo ancora una volta, è stato giudicato perfettamente legittimo dall’unico organo preposto per legge a definirne o meno la correttezza: il tribunale del Riesame di Salerno. Il quale nelle motivazioni depositate lo scorso 30 gennaio scrive che il documento è “logico, preciso, analitico”, “immune da vizi di motivazione”, in linea con il Codice e la “giurisprudenza della Cassazione”, necessario “per l’accertamento dei fatti”.
Ma se tutto è così legittimo, se lo è chiesto Santoro nel corso della trasmissione di ieri, perché tutti questi attacchi e sanzioni disciplinari?
La risposta di Genchi è secca: “Perché abbiamo toccato i fili dell’alta tensione: è saltato De Magistris, poi avocata l’indagine, poi rimosso il consulente”.
E fino ad ora le carte danno ragione a lui.

 
Alle 9 febbraio 2009 alle ore 22:05 , Anonymous Anonimo ha detto...

ma la magistratura non dovrebbe operare per far chiarezza su dei fatti considerati dalla legge come reato? Altro che chiarezza, qui si gioca a confondere le idee.
io ho l'impressione che la gente comune stia cominciando a capire.

 

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