Lettera aperta
Cari amici bloggers vi scrivo,
il nostro successo nasce dal nostro essere: liberi e indipendenti.
liberi di poter scrivere ciò che ci pare, liberi dunque di poter "parlare anche male" di un titolo perchè non siamo con esso impelagati come le banche, le sim ecc.. i casi parmalat, giacomelli, bond argentini, cirio e via discorrendo hanno insegnato ai risparmiatori a diffidare di chi in palese conflitto di interessi consiglia questo o quell'investimento. gli atti della magistratura danno ragione a chi "sente puzza" e del resto non potrebbe essere altrimenti. le migliaia di denunce raccolte dall'adusbef ne sono ulteriore controprova. sappiano quanti istituti finanziari abbiano patteggiato in questi casi con il compiacente silenzio dei media nazionali i quali giocoforza da questo sistema creditizio dipendono fortemente sia in termini di partecipazioni sia in termini di pubblicità. molte persone stanno capendo che qualcosa non và, che l'informazione è spesso distorta e si "rifugiano" nei nostri siti dove certamente riscontreranno errori ma altrettanto certamente mai malafede.
addirittura negli ultimi mesi abbiamo assistito a diverse condanne, cito geronzi, colaninno, marcegaglia, gronchi, fabrizi, sacchetti, paccioni, petroni, accorinti, morbile, bianconi, bertelli e questi solo per il crak italcase-bagaglino. tutti hanno beneficiato dell'indulto votato da tutto il parlamento e tutti hanno beneficiato del silenzio editoriale/mediatico che ha coperto la vicenda. qualche blog ha parlato, qualcuno ha raccontato episodi come questo, o come l'insider trading riconosciuto nei fonfronti dei vertici fiat ed anche a quel franzo grande stevens consigliere in rcs perchè il cerchio si chiude sempre. abbiamo saputo che i nostri parlamentari sono dei drogati (grazie alle iene) ma il servizio è stato censurato come le foto di un portavoce del governo che và a trans-tour, come le orgie di sesso e coca di dis-onorevoli vari e chissà quante altre cose ancora.
non mi interessa fare un discorso politico pro questo o pro quello semplicemente constato ogni giorno che il marcio c'è ma non viene a galla. la gente è stufa, in generale probabilmente anche finanziariamente non se la passa così bene e dunque forse a "fin di bene" gli viene negato l'accesso alle notizie troppo scabrose come quelle di cui sopra o come che ad esempio dopo due anni e mezzo di carica un parlamentare ha diritto ad una dorata pensione... o sugli stipendi faraonici degli stessi... o sul fatto che i nostri più ricchi e grossi imprenditori le tasse "le pagano" nei paradisi fiscali e mentre le loro mega-aziende fanno utili loro per ricompesare i dipendenti chiudono gli stabilimenti italiani per aprirne altri all'estero usufruendo dei contributi comunitari e beneficiando dell'aiuto dello stato (prepensionamenti, cassaintegrazione). è chiaro a tutti che in questo paese la legge la fà qualcuno e qualcun'altro la subisce ma a parte rare eccezioni i cronisti, i giornalisti si tengono (o vengono tenuti) lontani da certi "pasticci".
emblematico quanto successo allo stadio olimpico in occasione di roma-manchester utd., ci sono le immagini, le foto chiare e nitide che hanno portato a dure prese di posizione da parte della stampa inglese, del club man.utd., dell'eufa e addirittura del governo inglese. tutto questo non basta alle nostrane autorità ed alla nostrana stampa, non basta vedere con i propri occhi che gli inglesi non sono armati di nulla (nè aste, nè bottiglie, nè cinghie niente di niente); che gli inglesi non stanno reagendo in alcun modo, anzi a braccia aperte sembrano invitare la polizia alla calma; quanti sono i manganelli branditi alla rovescia; l'accanimento verso persone già a terra che ranicchiati cercano solo di subire meno danni possibile; la testa aperta di un inglese. tutte cose che non bastano qua in italia, come le prescrizioni di uomini illustri, gli indulti, i condoni, i politici corrotti, le tangenti, gli scandali finanziari ecc. a far sì che qualcuno di potente porti avanti un discorso di verità, di coerenza, di giustizia.
almeno noi blogger finchè possiamo reagiamo, divulghiamo ciò che viene censurato, dissetiamo i lettori con cronache vere, con fatti importanti perchè mettere la testa sotto la sabbia non serve, perchè di vallettopoli non può fregare un cazzo a nessuno come di altri mille sciocchi e frivoli argomenti trattati quotidianamente da chi è infinitamente più potente.
la gente vuole sapere che cosa sta succedendo al Paese Italia, chi lo controlla davvero, come e perchè. che ne sarà delle pensioni; che ne è del futuro dei giovani; chi tutela la nostra giustizia, la nostra salute la nostra educazione e formazione di uomini coscienziosi. cosa sta succedendo al Pianeta terra, al clima, all'acqua che beviamo al cibo che mangiamo (ogm?), all'aria che respiriamo. perchè e cosa accade nel mondo, in Afganistan, in Iraq, in Palestina, in Israele, in Cina, in India e così via. perchè queste guerre, questa violenza, questa fame di cibo nel terzo mondo e di giustizia tra i nostri amici?
su questi temi tanto importanti possiamo fidarci di ciò che ci viene fatto sapere da chi palesemente nega l'evidenza e censura ad arte addirittura anche le sentenze della magistratura?
vi invito perciò tutti quanti a dedicare almeno saltuariamente un piccolo spazio al racconto della verità, di ciò che non ci viene detto; provare a rispondere a certe scomode domande e provare a questionarne altre. provare a creare una contro-informazione fai-da-te, senza pretese di chissà quale portata se non quella di applicare anche a tematiche sociali la stessa capacità critica e superpartes destinata oggi eslusivamente al ragionamento sui mercati finanziari. in questi mesi, anni, avete/abbiamo raccolto consensi, suscitato curiosità ed interesse con tanto di riconoscimenti prestigiosi (cito ad esempio tgfin, wall-street-italia, trend-online, panorama economy). a questo punto a mio avviso c'è la possibilità, che per il Paese è una necessità, di allargare il nostro raggio di azione. creare o meglio alimentare un movimento di opinione contribuire all'arricchimento non solo finanziario ma culturale e umanistico in genere del naviganti penso possa essere una nuova importante sfida da lanciare nei confronti di questo sistema autoreferenziale, acritico e permettetemi asettico che tanto sembra assomigliare allo scenario dittatoriale prefigurato da george orwell.
grazie dell'attenzione,
buona Pasqua,
LL
8 Commenti:
Scusa amico, ma sono incazzato di brutto, auspico un terremoto del 12° scala ricther e dietro pioggia di benzina e tempesta di fulmini.
Solo così chi rimame avrà la possibilità di ricostruire un mondo migliore.
Prima mi hanno fatto imbestialire le dichiarazioni di Guido Rossi e Prodi sulla faccenda telecom.
Ma come? negli ultimi 15 anni, loro dove sono stati?Chi ha consentito le privatizzazioni che hanno trasferito monopoli come l'ultimo miglio e la rete telefonica fissa dallo stato ai privati.
Dove stavano loro quando telecom con il leverage è stata svuotata ed indebitata?Dove stavano loro quando Tronchetti con lo 0,8% è arrivato a controllare Telecom e svuotarla del patrimonio immobiliare facendo lievitare i debiti fino a quasi 40 miliardi di euro?
Ma se non bastassero Rossi e Prodi, ad alimentare l'incazzatura e renderla irreversibile è stata la lettura dell'articolo di Scalfari su repubblica!
http://www.wallstreetitalia.com/articolo.asp?ART_ID=455707
Ecco dopo Rossi e Prodi un altra
faccia come il culo!
Se si ha anche una cognizione minima di come funzionano le cose del paese ci si dovrebbe irretire di brutto a leggere certe cose.
Se invece si è pressapochisti articoli del genere vengono considerati come verbo di moralità.
PREDATORI
E PREDE
di Eugenio Scalfari
Diciamola tutta: i guai di Telecom cominciano da quando è stata privatizzata e ha avuto la sventura di diventare la preda di un capitalismo straccione, più attento a spolpare il grasso che ad investire in prodotti e tecnologie.
8 Aprile 2007 15:41 ROMA
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell' autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.
(WSI) – Si continua a parlare e a scrivere di crisi Telecom. Se ne parla esattamente da dieci anni ma in realtà una crisi Telecom non c'è mai stata. L'azienda va bene, produce profitti, ha un "cash-flow" di tutto rispetto, possiede un cospicuo portafoglio di partecipazioni all'estero (soprattutto in Brasile) e rapporti industriali assai interessanti con altre società telefoniche europee in Germania, Francia, Spagna.
Diciamola tutta: i guai di Telecom cominciano da quando è stata privatizzata e ha avuto la sventura di diventare la preda di un capitalismo straccione, più attento a spolpare il grasso che ad investire in prodotti e tecnologie.
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Non tutto il capitalismo italiano naviga a questo infimo livello, ma buona parte purtroppo sì. La regola prevalente è quella di arricchire i "predatori" a danno dell'azionariato diffuso e non organizzato, una maggioranza polverizzata e quindi priva di qualunque potere. Gli strumenti per tenerla al guinzaglio sono vari ma con identiche finalità: scatole cinesi, patti di sindacato, contratti di Borsa speciali, rapporti privilegiati con gruppi bancari. Il fine è sempre quello: spolpare l'osso, lesinare sugli investimenti, privilegiare i dividendi, i compensi ai dirigenti, le "stock-option" agli amministratori e utilizzare la società-preda come fonte di potere politico e mediatico.
Questo è uno dei connotati del capitalismo italiano che ha avuto come risultato la segmentazione del mercato in tanti recinti separati tra loro.
Esiste ancora un mercato, si domandava pochi giorni fa Guido Rossi? E rispondeva: no, non esiste più. Forse non è mai esistito perché non c'è mai stata una griglia di istituzioni capace di rappresentare e difendere quella maggioranza azionaria polverizzata e senza voce, non a caso definita come "parco buoi" da portare al mattatoio.
Volete l'ultimo esempio, il più recente e uno dei più scandalosi? Ce lo sta dando Marco Tronchetti Provera. Tra la sua società personale e la Telecom ci sono a dir poco sette società intermedie, la penultima delle quali si chiama Olimpia che controlla Telecom con il 18 per cento del capitale. Quel 18 per cento detta la legge ad una maggioranza polverizzata dell'82 per cento. I soldi propri impegnati da Tronchetti in tutta l'operazione equivalgono allo 0,6 per cento del capitale Telecom. Come lo chiamereste un fenomeno di questo genere se non la moltiplicazione dei pani e dei pesci? Il miracolo compiuto da Gesù di Nazareth aveva come fine quello di sfamare il popolo che si era radunato per sentire la sua parola.
Quello di Tronchetti serve ad alimentare il "predatore". Il quale ha deciso ora di cedere il comando su Telecom senza nemmeno lanciare un'Opa e intascando a proprio esclusivo beneficio il premio di maggioranza. Montezemolo raccomanda: lasciate fare al mercato. Ma questo è un mercato? Questa è la giungla dei predatori e delle prede, degli interessi protetti e di quelli polverizzati e indifesi. Il riformismo in Italia avrebbe dovuto misurarsi con questo problema che doveva essere il primo nell'ordine delle priorità. Ma finora ha parlato d'altro e neppure la crisi in corso sembra averne risvegliato l'attenzione.
Neanche il club Giavazzi, per dire gli economisti puri e duri, hanno questo tema nelle loro priorità. In dieci anni di pubblicistica ne avranno parlato sì e no un paio di volte. Così il miracolo profano della moltiplicazione di pani e pesci continua. Io lo chiamo una vergogna, non un mercato.
* * *
Quando cinque anni fa Tronchetti conquistò Telecom rilevandone il controllo dal gruppo di Gnutti e di Colaninno, pagò salato: 4,50 euro per azione. Esce un predatore, ne entra un altro. Perché pagò un prezzo così elevato? Riteneva che il monopolio privato della telefonia fissa e mobile fosse l'affare del secolo. Dove prese il denaro necessario? Dal debito e dalla successiva vendita della parte manifatturiera della Pirelli. E naturalmente dalle complicate architetture di controllo che lo portarono con poca spesa propria alla guida della società più importante del paese. Il ritorno d'immagine fu formidabile. Si cominciò a parlare di Tronchetti Provera come della stella nascente del capitalismo italiano, il successore di Gianni Agnelli, con lo stesso "glamour" dell'Avvocato, la stessa eleganza, le stesse barche e soprattutto la stessa vocazione di guardare lontano, di volare alto, di guidare con l'incoraggiamento e l'esempio i destini dell'industria e degli imprenditori.
Partecipava a tutti i salotti buoni frequentati dai "vested interests": il consiglio di Mediobanca, il consiglio della Rizzoli-Corriere della Sera, il direttivo di Confindustria di cui è vicepresidente. All'occhiello della giacca c'era scritto Telecom e questo bastava. Le sue "stock option" raggiungevano cifre incredibili. I debiti? Nessuno chiedeva notizie dei debiti, ciascuno in quei salotti badava ai propri e non s'impicciava dei fatti degli altri. Si pagò anche una televisione di prestigio, con pochissima diffusione (il 2 per cento dell'audience) ma potenzialmente in attesa di diventare il terzo polo televisivo italiano.
"Aspetta e spera che poi s'avvera" cantava Arbore con "Quelli della notte", e sembrò lo slogan de La 7. Ma da un certo momento in poi i nodi cominciarono a venire al pettine. Le banche creditrici mandarono qualche avviso. I vari scandali Parmalat, Cirio, bonds argentini, crearono difficoltà non lievi a Geronzi e a Banca Intesa. Le fusioni impegnarono a lungo (e tuttora impegnano) l'intero sistema.
E fu così che il "retour a' l'ordre" investì anche la Pirelli e Tronchetti che tardivamente capì di essere entrato in una partita più grossa di lui. Da quel momento il suo problema dominante fu quello di rientrare nel suo, vendere il pacco di controllo Telecom, capitalizzare il premio di maggioranza, scaricare i debiti sul compratore e rientrare in campo su qualche altra preda, magari più piccola e più digeribile ma egualmente "glamour". Per un momento quella preda prese le sembianze del gruppo Rizzoli-Corriere della Sera.
L'essenziale comunque era di trovare un compratore disposto a pagare un prezzo d'affezione: l'azione Telecom valeva in Borsa poco più di 2 euro; lui l'aveva pagata più del doppio. Ma per riposizionare la Pirelli gli bastava incassare un prezzo di 3 euro. Perciò si mise in cerca.
* * *
Nel frattempo era entrato in rotta di collisione con Prodi. Siamo al settembre dell'anno scorso. Prodi è messo al corrente dei guai di Pirelli e della decisione di Tronchetti di vendere all'estero la rete telefonica di Telecom e insieme ad essa la partecipazione nella Telefonica brasiliana e la telefonia mobile. Lo spezzatino che si profila non piace affatto al presidente del Consiglio che cerca d'impedirlo. La crisi tra i due scoppia con estrema violenza e accresce il gelo tra Tronchetti e il sistema bancario, senza la cui sponda il "patron" della Pirelli sarebbe - come si dice un po' ruvidamente in questi casi - alla canna del gas. A questo punto il colpo di coda che è una delle specialità di Tronchetti: si dimette dal consiglio Telecom e chiama a sostituirlo Guido Rossi, in quel momento ancora commissario della Federcalcio ma ormai alle ultime battute d'un tentativo di ripulire il calcio italiano rivelatosi impresa impossibile per la cosiddetta "resistenza degli aggregati" cioè di tutti gli interessi corporati che fanno del fortilizio calcistico un centro di malaffare pressoché inespugnabile. Guido Rossi accetta di trasferirsi da Federcalcio a Telecom. Non sa ancora che sta cadendo dalla padella nella brace.
* * *
Guido Rossi lo conosco bene dagli anni in cui eravamo giovani e lottavamo, lui sulle riviste giuridiche e nelle aule dei tribunali ed io con libri e campagne giornalistiche, contro le malformazioni del capitalismo italiano e i loro deleteri riflessi sulle istituzioni democratiche. Ci erano autorevoli compagni in quelle battaglie Bruno Visentini, Tullio Ascarelli, Ugo La Malfa, Adolfo Tino, Ernesto Rossi. Insomma il pensiero liberal - radicale degli anni Cinquanta-Settanta. Il Guido Rossi di oggi non è più quello di allora. Ha mantenuto ferma la bussola della difesa del mercato e della libera concorrenza ma l'ha tradotta in pratica accettando incarichi prestigiosi da usare come terreno d'azione. E' stato presidente della Consob appena fondata; Cuccia lo portò al vertice della Montedison quando si rese conto che il gruppo Ferruzzi aveva clamorosamente mancato l'obiettivo di risanare quell'azienda devastata dopo il passaggio di Eugenio Cefis. Ha poi guidato la privatizzazione di Telecom ed ora era di nuovo lì.
Nel frattempo il giovane avvocato è diventato un autorevole consulente dei maggiori gruppi finanziari e con suo ingegno si è creato una cospicua fortuna personale. Eppure tante esperienze non gli hanno evitato alcune ingenuità come nel caso Federcalcio e in quello Telecom.
Inclino a pensare che la causa di questi suoi errori sia una sua eccessiva presunzione intellettuale che lo rende sicuro di dominare gli eventi, gli interessi, le persone con le quali entra in conflitto e il malaffare che si annida in molte giunture del capitalismo. Ma questo comunque non ci interessa in questa sede. Il conflitto Rossi-Tronchetti, detto in breve, è stato il reciproco e simmetrico tentativo di entrambi di gabbare l'altro sotto le parvenze della collaborazione. Rossi voleva incanalare Telecom nello schema della "public company", un'azienda guidata dal management, controllato dai sindaci, dai fondi di investimento e da altri investitori istituzionali. Senza scatole cinesi, senza patti di sindacato, senza "noccioli duri" che arraffano il potere senza rischiare i propri soldi.
Tronchetti voleva esattamente l'opposto. Questo "marché de dupes" è durato sette mesi alla fine dei quali Tronchetti ha prodotto il suo ennesimo colpo di coda: ha venduto il comando di Telecom agli americani di AT&T e ai messicani di American Movil, ha licenziato Rossi dalla presidenza di Telecom, ha obbligato le banche a scendere a patti. E sta per incassare il suo prezzo e il suo premio di maggioranza alla faccia della maggioranza dispersa e senza voce degli azionisti di Telecom e di Pirelli. Dopo averlo licenziato ha offerto a Rossi una consulenza miliardaria, ovviamente rifiutata. Però ci ha provato.
* * *
C'è qualche cosa da dire sul sistema bancario che ancora potrebbe - se lo volesse - fermare lo spezzatino telefonico. Il problema infatti è questo, non l'italianità di Telecom.
Ma per ottenere un risultato le banche dovrebbero procedere unite, affrontare Tronchetti, negoziare con i suoi interlocutori americani e con altri possibili imprenditori italiani e stranieri, lanciare un'Opa su Telecom. I mezzi per impedire lo spezzatino ci sono e si trovano, ma la condizione primaria è l'unità del sistema, che invece manca del tutto. Mediobanca si è dedicata da poco al credito di consumo.
Come banca d'affari accetta solo di occuparsi di transazioni di immediato profitto. Il resto non le interessa. Capitalia ha in mente di rafforzare la sua presa su Generali e sulla stessa Mediobanca. Unicredit accumula profitti su profitti, si espande all'estero, non ha gradito la nascita del gigante Intesa-San Paolo, disdegna operazioni di pubblico interesse non motivate da profitti visibili.
Intesa-San Paolo aveva tentato qualche mese fa un'operazione comune per estromettere Tronchetti al prezzo di 2,50 euro. Più del valore di Borsa, meno del prezzo offerto ora dagli americani. Non fu seguita da Mediobanca e dai banchieri che la fiancheggiano. Adesso l'istituto di Bazoli e di Passera sta negoziando con AT&T e con i messicani per ottenere una quota di Olimpia (cioè del controllo su Telecom) che abbia potere di veto su alcune operazioni strategiche. Par difficile che ci riesca. Tutt'al più otterrà qualche briciola per salvare la faccia della controparte italiana, ma niente di più.
Soprattutto niente di più dai messicani, che comprano Telecom per portarsi via la Telefonica brasiliana. Lo spezzatino, appunto. Ci sono ancora trenta giorni di tempo, ma il destino sembra già segnato. Qualcuno del centrosinistra presenterà una legge che renda impossibile per il futuro la vergogna di controllare una grande impresa senza esporsi con danaro proprio? La presenterà Tabacci che vorrebbe rappresentare la coscienza liberale del centrodestra? La presenterà Giavazzi? Un tempo gli "Amici del Mondo" queste cose le facevano. Ma oggi evidentemente sono passate di moda....
Copyright © La Repubblica per Wall Street Italia,
COMMENTO:
Leggere una cosa del genere, senza conoscere i risvolti, la cronaca e la realtà del nostro paese ci si trova difronte all'uomo giusto, al verbo con la V maiuscola.
Ma se si sono seguite tutte le vicende economiche del nostro paese, leggere una cosa del genere, non irrita solo perché trasuda di ipocrisia, di supponenza di superbia di scranno cui il maestro impone la sua verità.
No!Fa imbestialire, perché se nel nostro paese c'è una banda di accattoni travestiti da industriali, se ci sono i furbetti del quartierino, LA COLPA è DI GENTE COME QUESTO MATUSA, CHE DISPENSA IL VERBO INTRISO DI MERDOSA ED IPOCRITA SAGGEZZA dopo che le cose sono precipitate !
Ma come? Da anni addirittura Beppe Grillo denuncia la situazione della telecom come disastrosa(TRA L'ALTRO QUESTA SPECIE DI MAESTRO DELL'IPOCRISIA FILOSOFICA OMETTE DI DIRE CHE TELECOM HA QUASI 40 MILIARDI DI EURO DI DEBITI)...dai tempi dello scandalo parmalat.
In sede civile un giudice condanna la telecom a risarcire gli utenti per il canone non dovuto fin dal 1998. I consumatori e striscia la notizia denunciano disservizi. Era evidente l'anomalia di un imprenditore che con lo 0'8% del capitale sociale controlla un'azienda che fattura decine e decine di miliardi di euro.Ma ha altrettanti debiti.
Il capitale immobiliare che viene sfilato, quasi di soppiatto.
Una posizione di assoluto monopolio, per ciò che concerne l'ultimo miglio e un canone che in regime di libero mercato, è un assoluto controsenso, e non si spiega perché le autorita della concorrenza sia nazionale che europea non siano intervenute.
Bastava solo seguire uno spettacolo di BeppeGrillo che dal 2002 denuncia questa anomalia.
E ci si aspetta che il vero giornalismo intervenga,ponga dei dubbi, faccia delle domande.
NO...LORO, QUESTI PENNIVENDOLI CHE VOGLIONO INSEGNARCI LA MORALE, VOGLIONO PARTECIPARE ALLA VITA POLITICA COME PROTAGONISTI E DECIDERE LE SORTI DEL PAESE....LORO INTERVENGONO SEMPRE DOPO: a fare la loro morale, a proferire il loro verbo.
No, i ricucci, coppola, i tanzi i tronchetti, i politici, loro in fondo sono dentro un gioco perverso un vortice dove sono incapaci di venirne fuori, soprattutto perché la gente come questa specie di filosofo merdoso del giorno dopo, che dovrebbe essere garante dell'opinione pubblica, fa finta di non vedere.
Non interviene mentre i misfatti avvengono e sono palesi evidenti.E se lo fa difende gli interessi della sua testata, le inserzioni pubblicitarie.
E' LA GENTE COME QUESTO TIZIO, QUESTO MATUSA CHE SI SENTE E SI PRESENTA COME IL VERBO ASSOLUTO,è gente come lui LA CAUSA PRINCIPALE DELLO SFASCIO DEL PAESE, PERCHé è STATO CONNIVENTE e testimne omertoso di una situazione chiara ed evidente, ED OGGI SI PRESENTA CON IL SUO ARTICOLO DA MORALISTA GIACOBINO, critica gli imprenditori arraffatori e rovina aziende, e dimentica che il suo editore ha speculato sulla buitoni, ha cercato di arraffare a 4 lire aziende dell'ex iri, ha appioppato nel 1991 al ministero delle poste antiquate telescriventi giacenze del magazzino olivetti che non si usavano più da diversi anni,per un importo di 200 miliardi di lire di allora.E sono ancora nei sotterranei del ministero delle poste e costeranno ulteriori spese il doverle rottamare.
Il suo editore ha praticamente svilito e smantellato una delle aziende simbolo del paese, la Olivetti, non solo per non aver investito nei piani industriali, ma dismettendo il comparto informatico e telefonico.
Uno speculatore d'assalto per il quale gli occupati ed i lavoratori sono costi da abbattere.
E questo matusa,vuole farci la morale su tronchetti avendo come editore l'uomo simbolo degli speculatori?
Amico, mi scuso,MA NON MI RIESCE DI SOPPORTARE QUESTE COSE.
Ma questa gente, cosa pensa? Di prendere per il culo tutto il paese?
DOVE STAVA E COSA SCRIVEVA QUESTO pezzo di merda di MATUSA, QUANDO ADDIRITTURA BEPPE GRILLO IN UN AUDIZIONE PRESSO UN GIUDICE PER IL CASO PARMALAT nel 2002 DENUNCIAVA ANCHE L'ANOMALIA TELECOM?
E oggi, che Iddio lo stramaledica si permette di scrivere articoli da giustiziere e fare la morale?
MA CHE GIORNALISMO è QUESTO?
Ma a che servono i giornalisti?CON MAESTRI DEL GENERE?...
Facile parlare dopo,quando non c'è più rimedio al disastro e seguire la corrente dall'alto dello scranno....CHE SIATE STRAMALEDETTI!!!!
ti ringrazio immensamente per il prezioso contributo che hai portato e per la passione che ti fà schiumare rabbia nella stesura dello stesso. permettimi la battuta, vai in gradinata anche tu? ;-)
seriamente, è per me un onore sincero che ci siano tra i frequentatori di questo blog persone che ragionano con la propria testa e non si fanno plagiare dall'indottrinatore di turno. (in questo caso poi parliamo di chi, a mio avviso in modo scientifico e non causale, per depistare il popolo bue dal reale stato di cose getta benzina sul fuoco di una improbabile lotta di classe; penso a quel concetto più volte espresso secondo cui "l'elettore di sinistra è nella stragrande maggioranza dei casi una persona per bene che vuole il bene collettivo mentre l'elettore di destra è semplicemente diverso".)
adesso vedo, vorrei pubblicare il tuo articolo in home page però per farlo devo prima ripulirlo un pò... spero non ti spiaccia...
a presto
Prima me lo fai vedere qui nei commenti, come lo ripulisci,poi ne parliamo.
No amico non vado in gradinata, primo perché le partite sono truccate secondo perché non sono una pecora.
Semmai andrei dove sono riuniti tutti i politici imbottito di tritolo e farei saltare in aria tutto.
Ne ho i coglioni pieni di vivere in un paese di ACCATTONI.
Siamo un paese di accattoni,dall'ultimo che ti chiede l'obolo nella strada fino al primo cittadino.
Tutti a chiedere,nessuno disposto a dare.
Prendi gli imprenditori:quelli più grossi a rompere tutto il giorno i coglioni e chiedere, ma hanno le loro holding in lussemburgo e nei paradisi fiscali.
E i giornali e le tv....bè lasciamo stare va....
E' il sistema che è arrivato al capolinea, basta vedere la fine che faranno gli Usa.
Un sistema, quello occidentale che sta fallendo nelle sue contraddizioni.
Prendi l'UE, ci impone le sue regole le sue tagliole e rigidi parametri, però in lussemburgo in olanda in uk(cayman,jersey,isola di man etc)ci sono regole fiscali che avvantaggiano i pochi a scapito dei più.
Questo genera squilibri e nodi che prima o poi verranno al pettine!
Ah, ovvio che per il pecorume si prospetta la guerra di civiltà, la colpa è dei muslim che ci fregano il lavoro e vogliono covertirci a tutti, mentre la realtà è che è solo una guerra per fame.
ps.Mi raccomando, prima la pulizia me la fai vedere qui nei commenti, poi se mi sta bene ne fai quello che ti pare.
Perché sarei capace di "ripulirlo" anch'io.Ma faccio molta fatica ed essere "formale".
saluti!
Il mondo è in rapidissima trasformazione e con esso anche la trasmissione delle informazioni;quello che oggi sembra un canale di nicchia (blog, siti internet, etc.) domani sarà il canale preferenziale per la fruizione delle info: è da qui, da iniziative come la tua che parte la demolizione del sistema lobotomizzante costituito dai media "ufficiali" e progettato dai cari "governanti". Al proposito avrei una curiosità: qual'è l'interesse che vede la Cassa Depositi e Prestiti candidata protagonista dello scorporo della rete Telecom, reiteratamente al famoso piano Rovati? Grazie e continua così, siamo in tanti a sostenerti!
Sono d'accordo con quello che dici, il problema è come riuscire fare a fare informazione di prima mano. Nella maggior parte dei blog vedo che le notizie (o i commenti) sono di seconda mano, presi nella migliore delle ipotesi da siti di controinformazione e nella peggiore direttamente dai siti dei quotidiani di cui si denuncia l'asservimento al potere.
x anonimo:
esempio di pulitura, tu hai scritto:
"E oggi, che Iddio lo stramaledica si permette di scrivere articoli da giustiziere e fare la morale?"
così com'è non mi prendo la responsabilità di pubblicarlo, arrangiato diventerebbe:
"E oggi si permette di scrivere articoli da giustiziere e fare la morale?"
ci sono poi diversi aggettivi qualificativi da te usati che potrebbero prestare il fianco all'accusa di diffamazione o calunnia.
facciamo così, se vuoi lo "pulisci" tu, per me và benissimo però non voglio pubblicare qualcosa che può fare venire voglia a qualcuno di creare delle beghe.
x il conteoliver:
non ambisco a creare chissà cosa, già dare spazio a sentenze della magistratura oscurate ad arte, o denunciare un certo discorso sulle banche come ha fatto hypertrader, o ragionare con la propria testa su un evento qualsiasi ecc. ecc. sono tutte cose utili; questo è il mio obbiettivo.
ognuno può portare il suo contributo come meglio crede, c'è spazio per tutti.
La cosa "bella" è che adesso, se vado a prelevare dal libretto postale diciamo 2000 euro ( per fattacci miei), vengo subito segnalato all'agenzia dell'entrate che deve subito sapere chi è questo riccone che preleva 2000 euro dal suo libretto.
Ma io mi chiedo una cosa: dove erano e dove sono questi signori che s'interessano dei cacchi miei quando ci sono persone che fanno manovre finanziare miliardarie e lucrano sulle spalle della povera gente. Bebbe grillo nel suo ultimo intervento alla assemblea degli azionisti telecom ( la lettera minuscola è voluta)ha detto: se la consob si fosse interessata a cirio , parmalat e bond argentini come si è interessata alla mia iniziativa ( share action) non sarebbe successo nulla di quello che è accaduto.
Grande Beppe, ma purtroppo non penso che il suo intervento smuoverà le acque.
Oramai questo per me è un paese perduto.
Rimango esterrefatto di fronte alla indifferenza politica verso tanti problemi del paese.
Un menefreghismo che non riesco a capire, giuro!
Mah..
Ciao a tutti.
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