lunedì 9 luglio 2007

Io sto dalla parte della legge degna di un paese civile e democratico

approfitto della pioggia che qui cade per rispondere, dandone ampio risalto, ad un commento di marshall il quale a proposito del g8 di genova e del ruolo della polizia fà un pò confusione... (come moltissimi altri compresi mio padre ed un'infinità di giornalisti. a proposito dopo il servizio di salvo sottile sugli ultimi sviulppi dell'inchiesta sui fatti della scuola diaz non guardo più il tg 5; non me ne vogliano quelli di tgfin verso cui la mia stima rimane inalterata).

non ho mai difeso chi, in qualunque sede g8 compreso, sfascia vetrine, incendia auto, attacca le forze dell'ordine o compie qualsivoglia atto vandalico.
occhio però a non cadere in errore. il ruolo degli uomini in divisa è arrestare i responsabili e portarli dinanzi ad un giudice. punto. per fare ciò se è strettamente necessario può fare ricorso a cariche (comunque il manganello và impugnato per il verso giusto), tirare lacrimogeni ecc.. è ovvio che in situazioni caotiche quali il g8 un conto è dire ed un conto è trovarsi sul campo ad operare questo và certamente riconosciuto.

nella scuola diaz se alla fine fosse effettivamente andata come dice la parte lesa, ed a tal riguardo ci sono diversi elementi a suffragarne la tesi, un paese serio ammette nel suo complesso gli errori e non giustifica in alcun modo!
non si può entrare in un dormitorio e rompere mascelle, braccia, aprire letteralmente teste a prescindere da chi ci sia dentro! anche se ci fosse il peggiore dei criminali l'uso della forza deve essere minimo cioè tale da consentirne l'arresto. starà poi al giudice punire.
il potere esecutivo e quello legislativo sono apposta tenuti separati.
e non si può nemmeno dire "è inutile che io arresti tizio e caio che tanto poi la legge me li mette subito fuori" perchè questo è un'altro discorso. non ci si può fare giustizia da sè punto. se eventualmente ci fosse chi ritiene di fare sforzi poi vanificati dalla legge e che quindi ciò crei in lui frustrazione può cambiare lavoro, nessuno obbliga nessuno. tra l'altro nello specifico della questione stando all'accusa parrebbe che le molotov siano state introdotte nella scuola proprio dagli agenti giacchè tu marshall citi "zainetti stracolmi di molotov".

se qualche uomo in divisa ha sbagliato, ha ecceduto, ha commesso uno o più reati deve pagare a prescindere dal fatto che la stragrande maggioranza di loro siano lavoratori esemplari e che dall'altra parte ci fosse un nutrito numero di delinquenti. ma ribadisco, il fatto che ci fossero dei delinquenti non autorizza un poliziotto nè a ridurlo in fin di vita in mezzo ad una strada mentre lo coglie in flagranza di reato nè tantomeno a spaccargli le ossa mentre questi sta dormendo (sempre ammesso e non concesso che i 93 feriti della diaz fossero tutti dei criminali).

avere a riguardo preconcetti è sbagliatissimo sia perchè come credo d'aver spiegato è sacrosanto dovere di un paese serio punire chi infrange la legge e sia perchè un atteggiamento di difesa ad oltranza, di difesa cieca intendo non può far altro che alimentare tensioni nei confronti di chi si sente (e magari è) vittima di un sopruso e di chi dinanzi a ciò è portato per natura a prendere le parti di chi subisce ingiustamente (è il mio caso).
inoltre creare un clima di intoccabilità porta la logica conseguenza che le mele marce per poche che siano finiscano per aumentare e destabilizzarne altre.

le mele marce è un dovere del buon contadino toglierle dal cesto anche se ovviamente dispiace. metaforicamente quindi io sono convinto che sia necessario che chi sbaglia deve pagare sia esso un mezzo drogato, uno sbandato o un poliziotto o un politico. LL

2 Commenti:

Alle 9 luglio 2007 alle ore 19:44 , Blogger marshall ha detto...

Ho letto e condivido la tua morale di fondo. Ma passiamo all'atto pratico. Ti faccio il mio esempio personale, del quale ho già parlato in un post.
La notte di carnevale, non so se approfittando dei festeggiamenti, hanno tentato di sfondare la saracinesca del mio negozio (che è vuoto per cessata attività dal 2005). Un mio amico si è prestato di ripararla alla meglio, tanto perchè la potessi alzare. Ma il danno, di almeno 500 euro (va cambiata la cler) è ancora lì tutto da vedere, e nessuno si è fatto avanti, finora, per dire che è stato un incidente, che ci sono andati a sbattere involontariamente con la macchina, ecc. Anche i carabinieri dicono di aver svolto delle indagini senza risultati.

Morale.
A me nessuno che non sia io riparerà il danno. Così come credo che nessuno lo abbia riparato ai negozianti di Genova ai quali sono stati sfasciati i negozi, così pure come a quelli di Milano Corso Buenos Ayres del marzo scorso.

Quindi, io come tutti quei negozianti di Milano e di Genova accettiamo tutte le morali, ma alla fine vogliamo anche solidarietà coi fatti. Altrimenti continueremo a dire che la polizia lì a Genova, come a Milano, come in altri posti HA FATTO IL SUO DOVERE! E CHE PER NOI TUTTI QUEI DISCORSI DI BUONISMO CHE SI SENTONO, LASCIANO IL TEMPO CHE TROVANO:
CHE CONTA E' LA SOSTANZA!

 
Alle 10 luglio 2007 alle ore 11:06 , Anonymous Anonimo ha detto...

certo, sappiamo bene che la legge tutela i delinquenti, ne abbiamo esempi a bizzeffe ma come ho detto il punto è un'altro.
la soluzione a mio avviso non può consistere nel sostituire alla "giustizia giusta una dose di botte nel mucchio".

 

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