martedì 14 settembre 2010

Corsica: gestione modello del settore primario



quanto è diversa la vita in Corsica per un piccolo imprenditore agricolo rispetto a qui da noi...
non sussistono quelle menosissime e dispendiosissime norme ad hoc che tagliano le gambe alle micro imprese finendo per favorire le grosse.

ad esempio in un qualunque negozio del centro di Bastia o di Bonifacio potete trovare insaccati vari senza nessuna etichetta. il venditore finale semplicemente appende i salami, i prosciutti, le coppe ecc. in file ordinate: sulla prima quelli di provenienza del tal paese corso, sulla seconda dell'altro e via discorrendo. etichette zero!

semplicissime, ridotte all'osso le etichette sui formaggi. quello da me comprato di fatto era accompagnato da una fotocopia in bianco e nero.

e per i vini?
in centro a Corte te lo vendono anche sfuso, te lo imbottigliano direttamente dalla botte in un qualsiasi contenitore (raccomandandoti di berlo nel giro di pochi giorni). pensate che "incoscenti" che sono, il tutto avviene senza che nel locale ci siano tot. metri di piastrelle, tot. metri di altezza del pavimento da terra, tot. lavandini con rubinetti a comando di fotocellula, cazzi e controcazzi tipici invece dei paesi pro intrugli industriali.
e nello stesso negozio davanti a te hanno l'ardire di distillare il mirto, di tappare la bottiglia e metterla in vetrina. qua non è consentita nemmeno la produzione ad uso familiare/domestico!

e che dire dei supermercati?
quei pochi che ci sono, perchè evidentemente hanno capito che aprire supermercati significa far chiudere i negozi perciò alla fine la collettività col cazzo che ci guadagna... dicevamo, quei pochi che ci sono vendono i prodotti tipici del territorio corso.
cioè, ad esempio nel comparto vini del supermercato "x" trovi solo ed esclusivamente vini corsi! e nei comparti appositi solo salumi corsi! solo pecorino corso! solo confetture corse! insomma non ti trovi nemmeno gli analoghi prodotti di altre regioni francesi, figuriamoci di altre nazioni!

e che dire dei prezzi?
un salamino 12euro,
un pezzetto di pecorino 9euro,
i vini imbottigliati che stazionano tutti stabilmente sopra i 6euro, la stragrande maggioranza si attesta tra i 10euro e i 15euro.

è il paese della cuccagna? non credo proprio!
è semplicemente che i produttori onesti vengono trattati con rispetto, vengono favoriti i manufatti locali rispetto alle produzioni industriali.
poi sul perchè ciò avvenga (magari perchè è un modo per tenere calmi i separatisti...) è un altro discorso. resta il fatto che funzioni all'esatto opposto rispetto ad altri paesi vicini...

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2 Commenti:

Alle 24 settembre 2010 alle ore 21:06 , Anonymous Anonimo ha detto...

Interessante.Però ti faccio una domanda semplice semplice.E' la base dell'economia,praticamente.E' l'offerta che crea la domanda,oppure è la domanda che crea l'offerta?Se rispondi,replicherò.Troppo banale non sono stato...Saluti.

 
Alle 28 settembre 2010 alle ore 21:08 , Blogger LL ha detto...

la tua domanda merita attenzione e risposta appropriata.
appena ho tempo rispondo qui di seguito molto volentieri.
a presto

 

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