Due parole in riviera
venerdì incontro un amico e mi svela come un paio di cantine private che da fuori venivano a fare acquisti qui quest'anno non compreranno uva (-100% per loro). il suo compratore invece gli ha detto che per amicizia se proprio non sa cosa farne di portagliela ma se dovesse astenersi gli pagherebbe da bere.
diversi sono quelli che devono ancora prendere i soldi dall'uva venduta lo scorso anno. auguri...
anche per le cantine sociali è crisi, tanto che taglieranno drasticamente gli acquisti; un tot a socio, non di più (-50%circa rispetto la scorsa stagione).
il quadro è veramente desolante, nel mio piccolo comune di 500ab circa il vino rappresenta la prima industria:
7/8 aziende con dipendenti, imbottigliamento ecc.;
praticamente ogni famiglia possiede vigneti. (saremo l'unico comune ligure in questa situazione? non mi risulta affatto, anzi.. inoltre mi risulta che per altre tipologie di vino la situazione sia ben peggiore... le provincie di imperia e savona enologicamente parlando sono molto, molto mal messe; su spezia ho notizie nefaste ma non aggiornate da un pò. il basso piemonte nostro confinante già anni fa sperava nella grandine in modo da prendere qualche soldo dalle assicurazioni e svuotare un pochino le cantine; anche lì non ho aggiornamenti recentissimi ma in generale, dolcetto in primis a giudicare dai prezzi a cui offrono l'uva... stanno magari peggio di noi).
tornando a qui, fino a pochi anni fa ogni famiglia aveva la sua clientela di pigato, poi con la scusa del vino all'etanolo tutte le strutture caserecce, leggasi cantine, sono finite fuori legge; sono state introdotte una serie di norme asl e burocratiche assurde, cavilli idiotissimi che non risolvono le porcate perpetuate costantemente da diverse mega-aziende, ongi tanto ne pinzano una ma se la cavano con delle multine. al contempo le cantine private facevano mega offerte, compravano tutto quello che gli davi (uva orrenda, marcia, con pochissima zuccherina compresa) la pagavano tanto e subito. ero ragazzino ma avevo già subdorato la puzza di merda... dicevo, "mi raccomando continuate a mantenervi i clienti di vino, anche se la legge non lo consente più fatelo. anche se l'uva ve la pagano bene cedete alle cantine solo la quantità in eccesso, quella che non riuscite a fare fuori perchè potrebbe venire il giorno che i prezzi dell'uva crolleranno (pensavo a cartelli più che a crisi, lì sbagliai) e se voi ora mollate gli attuali clienti di vino che farete?" ero piccolo ma sveglio evidentemente, più degli adulti della zona...
(ora che ho finito di scrivere 'sti concetti mi vengono in mente presunte emergenze... leggi dittatoriali speciali... divieto di tamburi e striscioni... mega offerte da parte delle tv a pagamento.. cazzo sono fissato!).
è l'ennesimo colpo per la liguria, peccato. turismo andato in altri lidi; industria finita in altri continenti; la pesca naufragata; mancava solo l'agricoltura... la crisi del settore a 360gradi si abbatte su tutto, dai fiori crollati da anni; al pesto prodotto anche in thailandia mi pare o comunque da quelle parti lì; l'olio non se la passa troppo bene neppure lui (ah, ne vengo da una riunione in frantoio... meglio glissare); pesche, ciliegie travolte dalle importazioni; piante aromatiche (nella piana di albenga si produce l'80% dell'intera produzione nazionale) nei guai da anni; resistono bene credo solamente zucchine trombetta, asparagi e carciofi.
il problema finale è che oggi non vedo proprio in quale tipo di attività produttiva potremmo convertirci. il territorio non si presta ad agricolture intensive, figuratevi i piccoli terrazzamenti in competizione con le pianure! piove poco, il terreno è inoltre molto drenante di suo poichè ricco di pietre. boh, proprio che non saprei a cosa si ci possa girare..
la costa può solo sperare nel turismo ma ogni anno perde quota.
l'industria va via anche dalla pianura padana pur di traferirsi a costi irrisori nell'est.
la pesca è finita qui come altrove perchè i pesci li sterminiamo con l'inquinamento o con le flotte straniere.
il mattone, molto forte sulla costa se andrà in crisi a livello nazionale non sò se saprà mantenersi forte. e poi lo spazio è poco, non si può deturpare in eterno. idem per i porticcioli.
non tutti possono essere assorbiti dai servizi direi...
non tutti hanno voglia di servire questo stato...
cosa rimane? disoccupazione, precariato, delinquenza in aumento. strano ci sia correlazione tra queste cose... al quanto bizzarro direi... ah, ho pure diversi amici emigrati all'estero; gente che ha studiato e che ha capito che qua non c'è posto per loro.
e nella vostra regione come va?
cosa rimane delle attività produttive che ne hanno caratterizzato il passato?
quale futuro per le giovani generazioni? LL
11 Commenti:
Ma, non vorrei dire cazzate, perche non conosco nel dettaglio la vostra realta', ma per quanto riguarda il vino ritengo che il vostro problema sia l'eccessiva frammentazione di cantine, troppe etichette, troppi costi e quindi vini cari! e la gente di soldi ne ha sempre meno! Io vivo in Trentino, da noi, dopo la crisi degli anno 80, si sono costituite due grosse realta' cooperative la cavit(unione di diverse cantine sociali) e le cantine Mezzocorona, e nonostante l'avanzare dell'attuale crisi, il vino lo vendono ancora, puntando da anni ad una produzione di qualita', ma in gran parte di prezzo in fascia medio basssa (3-6€ bottiglia), grazie sopratutto al contenimento dei costi e la forza acquisita nella commercializzazione del prodotto, propria di grandi realta'. L'uva ai soci la pagano ancora bene, non i prezzi di qualche anno fa', ma ancora soddisfacenti. Coltivo anch'io, nel tempo libero, un piccolo vigneto di famiglia (1/2 ettaro) e il prezzo dell'uva conferita alle cantine mezzocorona lo scorso anno me la pagano ca.120€/q.e Chardonnay e 180€/q.le il Pinot Grigio per una produzione di doc di 150 q.li/ha.
Per quanto riguarda il turismo, scendevo spesso qualche anno fa (c'era ancora la lira) da amici in zona di Bordighera, ma andavamo spesso in Francia. Prezzi piu' onesti, servizi megliori, e sospratutto spiaggia libera! Molti polli si saranno stufati di farsi spennare e hanno scelto altri lidi per passare le vacanze.
Ciao Roberto
E' una crisi mondiale.
Ogni regione d'Italia, ogni Nazione ha problemi in tutti i comparti. Il crollo di L.B. e' emblematico.
Paradossalmente tengono i paesi del terzo mondo e emergenti, o per la fortuna di vendere materie prime e/o per lo sfruttamento indiscriminato di forza lavoro ed ambiente.
Carlo
mi sento in sintonia con il pensiero espresso da carlo.
sul caro-liguria roberto ha perfettamente ragione, sul discorso aggregazione invece dissento. qua il problema è stato proprio la crescita di alcune aziende. creare delle super big come quelle da te citate ci farebbe tornare al latifondo.
per quanto riguarda i prezzi dell'uva siamo in media con voi, 150euro al quintale, per i costi delle bottiglie in cantina si va dai 4 ai 7euro cifre che poi raddoppiano nei ristoranti e che crescono del 50% nei negozi.
su una cosa la frammentazione è un problema, sulla scarsa capacità comunicativa e di marketing.
relativamente al settore più tipicamente industriale della regione ricordo il collasso della valbormida e della perifiria genovese.
al momento regge il segmento cantieriestica navale con fincantieri ma finmeccanica che la controlla, se riuscirà a portarla in borsa come vorrebbe, finirà per chiudere o comq ridimensionarsi molto per andare ad investire in altri lidi.
Ciao, qui in Piemonte, caro vicino regionale, l'industria come sai non se la passa benissimo da anni. Molti che avevano nei tempi passati trascurato un po' l'agricoltura e l'allevamento stanno tornando ad occuparsene evidentemente perchè conviene. Per quanto riguarda il vino so che gli accordi per quest'anno, per quanto riguarda il moscato il prezzo è aumentato di 4 cent al chilo. Per le uve Barbera e Dolcetto mi sembra che i prezzi siano quelli dell'anno scorso. Non mi sembra però di notare lamentele da parte dei produttori (almeno tra quelli astigiani) con cui abbiamo dei contatti (le vendite si fanno e le uve si ritirano, forse perchè dalla crisi del metanolo hanno puntato sulla qualità riducendo le quantità prodotte già da diversi anni)
Per il resto la Liguria, che mi piace tantissimo e per tanti versi, mi dispiace stia passando un periodo brutto. Per il turismo mi pare però che il fondo non sia ancora arrivato, se per comprare un monolocale in qualche paese sul mare (che non sia Borghetto) ci vuole sempre più soldi. Se ci fosse davvero crisi, anche i prezzi degli alloggi non nuovi si dovrebbero abbassare no ?? Invece anno per anno crescono molto più di quello che si immagini.
Almeno questa è la mia impressione.
Ti saluto.
Max
sono contento per le belle notizie in arrivo dall'astigiano! nel settore vino. ma quanto lo pagano il moscato il kg? il dolcetto? il barbera? per sentito dire qui arriva, o sotto forma di uva intonro agli 0,80euro/kg o in damigiane a tipo un euro/litro.
il mattone, forse mi sono spiegato male io, al momento tira alla grande. di fatto però è l'unico settore che vedo crescere e mi chiedo se l'onda lunga partita oltreoceano ed arrivata almeno in alcune nostre grosse città non possa finire per giungere sin qui.
il turismo non è certo alla frutta, agosto va sempre tutto esaurito ed i week-end giugno luglio, i ponti primaverili anche. questo salva la stagione. tuttavia il calo c'è ed è evidente con colpe da spartirsi tra vari soggetti ivi compresi gli albergatori ma alla fine credo siano quelli che ne possono di meno. il fatto è che fino a 10anni fa luglio era tutto esaurito, ora week end a parte ci sarà un calo di quasi il 50%, dico ad occhio e dico di luglio esclusi i week end. alche a giugno il calo w.e. esclusi potrebbe bazzicare intonro al -50%. che però poi tanto ad occhio forse non è visto che in un villaggio ho lavorato per anni e avendo consolidato amicizie ritorno ogni paio di settimane...
Prezzi pagati dalle cantine ai produttori:
Moscato 0,995 Euro/kg
Barbera 0,40
Dolcetto 0,50
Barbera e Dolcetto sono ancora indicativi ma dovrebbero partire da quel minimo poi a seconda della qualità al ritiro i prezzi potrebbero anche essere più alti.
Questi sono prezzi che le cantine pagano ai produttori. Io come privato pago sia il dolcetto che la barbera (le uve che mi portano a casa poi me le vinifico io) 1 Euro al chilo. Il vino sfuso alla fine dovrebbe costare almeno da 1.5 Euro al litro in su in damigiane per avere una garanzia che sia buono.
certamente lì avete un'altro tipo di territorio che si presta a coltivazioni più intensive dunque a minor costo, tuttavia quelle cifre sono un MISERIA.
significa che una pianta rende lordi meno di 1,5euro (2/3 kg al ceppo), piuttosto che vendere a quei prezzi la lascerei marcire.
contando che con 1kg d'uva ottieni poco meno di 0,70litri condivido la soglia a 1,50euro/litro quale prezzo minimo per le damigiane. se andiamo sulle bottiglie da 0,750 anche lì sotto gli 1,50euro è troppo poco.
grazie per le preziose informazioni!
Le rese per ettaro sono comunque buone. Anche se a quelle cifre devi poi togliere anche il costo per raccogliere le uve e trasportarle alla cantina (il prezzo è franco cantina). Poi ci sono tutti i trattamenti fatti nell'anno e costano anche quelli. Però alla fine della fiera almeno da noi l'utile salta fuori grazie alle quantità, non certo per altro.
condivido.
tutto costa. il gasolio del trattore, i concimi, le viti nuove che sostituiscono le secche, il tempo che passi a potare e rilegare oltre ai trattamenti.
noi la quantità non possiamo certo farla nei terrazzamenti.
per quest'anno l'utile nel mio caso salta fuori comq, è il futuro che inquieta...
...sempre meglio che in Veneto...
A parte il pinot nero...per il resto dell'uva Chardonnay e Merlot le cantine pagano 18 cent/chilo.
Mio cugino in val d'Adige è incazzato soprattutto perchè come hai letto le confinanti cantine di Ala/Avio e Mezzocorona pagano quello che ha detto Roberto ma non ritirano in Val d'Adige proprio li vicino.
Tutti gli anni mi dice che vuol togliere la vigna e tutti gli anni continua a tenerla. MA li le rese a pianta sono quasi il doppio e la raccolta e più celere per come tengono i filari.
Io sono dell'idea però che il mercato del vino vada improntato sulla qualità e quindi su un marketing più incisivo, non tanto in Italia, quanto all'estero. Le fiere sono trainanti in questo ma anche la spinta pubblicitaria. Non è possibile che sia in mano al signor Tavernello...non è una buona pubblicità quella, occorre pubblicità istituzionale che poi viene suddivisa per i vari consorzi.
azz!!! questi prezzi in veneto mi erano sconosciuti! praticamente la pagano come l'uva da tavola.
d'accordissimo sul discorso che hai fatto relativo alla qualità ed al marketing.
io aggiungerei:
1- la possibilità per TUTTI di poter vinificare, obbligando alla rintracciabilità il che non esclude affatto che se "x" vuole vendere una damigiana a "y" possa farlo così come vendere bottiglie senza l'etichetta che c'è oggi, senza i nas, senza le asl, senza la burocrazia. ognuno se vuole vendere il vino dovrebbe poterlo fare al prezzo che vuole accompagnando però alla merce un "documento" che attesti chi sia il produttore. poi se ci sono problemi si sà da chi andare, ed in quel caso giù mazzate perchè chi sbaglia deve sempre pagare.
2- cambio dell'attuale legge sulla guida. è inconcepibile che con due bicchieri sei fuori mentre intorno alle discoteche nessuno controlla nessuna.
3- sovrattassa per l'import di vini di provenienza straniera. sì esattamente tipo le vecchie dogane e non ditemi che è da terzo mondo perchè lo fa la svizzera che tanto arretrata non mi pare...
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