Avete voluto la bicicletta (i futures)?
c'è chi sta portando avanti una proposta drastica per fermare l'incremento dei prezzi dei cereali e delle materie prime in genere: sospendere la quotazione dei rispettivi futures; il tutto avviene tramite la borsa di chicago, lì si batte il prezzo del riso, del mais, del grano, del petrolio ecc. ecc..
l'idea si basa sul fatto che oggi la componente finanziaria, speculativa voglio dire è parte corposa dello stesso valore quotato; si sostiene (fin qui non a torto) come col drastico calo dell'immobiliare americano, la crisi subprime e di conseguenza le difficoltà delle società del settore finanziario, i grandi capitali si spostino da un settore, appunto immobiliare e finanziario, ad altri strettamente legati alle materie prime.
c'è però un problema, la borsa originariamente nasce per dare la possibilità alle aziende di reperire liquidità a costo praticamente zero (nessuno è ovviamente obbligato a distribuire dividendi) ma col tempo si è trasformata in un qualcosa di diverso.
in italia siamo ancora piuttosto all'antica, la nostra situazione non è paragonabile a quella che si vive nel mondo anglosassone dove oltre ai canonici investitori, siano essi piccoli risparmiatori o grandi capitalisti i quali decidono di investire in azioni direttamente, si affiancano una marea di investitori indiretti: i lavoratori e/o pensionati i quali in borsa sono "obbligati" ad andarci attraverso il sistema previdenziale, piani di accumulo, fondi pensione vari.
ecco il punto fondamentale per cui non mi trova d'accordo l'idea di bloccare i prezzi sospendendo le loro quotazioni.
infatti con l'andamento delle varie borse negli ultimi mesi tantissimi titoli anche considerati solidi (pensate a tante banche o assicurazioni) sono sui valori di molti anni fa, gli industriali non se la passano molto meglio perciò gli unici titoli che hanno tenuto a galla i listini sono quelli legati alle materie prime. ora, capite che se queste aziende e questi strumenti finanziari dovessero smettere di salire sarebbero grossi guai per tutti. il rischio sarebbe spaventare ulteriormente il consumatore che vedrebbe il suo piano di accumulo, il suo fondo pensione andare indietro, i suoi risparmi assottigliarsi anzichè crescere con possibile conseguente ulteriore calo dei consumi, ergo guai a cascata. onestamente dunque non credo si possa fare. guardate piazza affari oggi, la novità al solito copione è che calano gli energetici in scia al ribasso del greggio e gli indici picchiano...
ribadisco, l'unica strada percorribile sarebbe tagliare gli sprechi visto che in occidente la prima causa di morte è la pessima alimentazione fatta di eccessi e visto quanta roba viene buttata al macero o non raccolta perchè presenta dei difetti o è in esubero. al contempo non c'è un cazzo da fare: il mondo è uno e definito. non si può crescere in eterno demograficamente nè inquinare senza ritegno. è matematico. LL
4 Commenti:
Mi sa che la componente speculativa fa il suo gioco per i motivi che dici tu.
Quello che fa incazzare è che assomiglia per qualche verso all'aumento del petrolio: lì la spinta speculativa credo sia responsabile del 50% dell'aumento, infatti leggere che in Iran ed Arabia stanno stoccando il petrolio in mare perchè ce n'è in eccedenza fa pensare a giusto che tra mercato effettivo e reale e quello finanziario ci sia una forbice speculativa esagerata.
"tagliare gli sprechi visto che in occidente la prima causa di morte è la pessima alimentazione fatta di eccessi"
Sacrosante parole.
e se pensi a certi posti posti a poche ore di aereo da qui (tipo Africa) la faccenda è ancora più drammatica.
pensa che tra scarto e mancata raccolta, perchè il prezzo a fine stagione scende troppo, non finisce nei negozi già un 20% buono per moltissimi ortaggi.
ad ogni modo tu 2 o 3 figli puoi mantenerli bene, anche 4 magari eppure penso non ci arriverai. in altre culture ne fanno 10 anche se ne possono a stento mantenerne degnamente 1.
E' un errore intervenire sui futures perchè rappresentano una condizione futura probabile, perciò stimolano il sistema complessivamente a valutazioni economiche sul lungo periodo. Naturalmente il sistema non è perfetto tuttavia se il petrolio tra 50 anni finirà è meglio incominciare a pagarlo caro sin da ora in maniera da rendere conveniente la ricerca e lo sviluppo di soluzioni alternative; potremmo in alternativa correre ai ripari quando si approssima l'ultima goccia?
verissimo anche questo maurizio!
Posta un commento
Iscriviti a Commenti sul post [Atom]
<< Home page