venerdì 4 aprile 2008

La mafia può fare il vino, il contadino no

stando all'accusa si parla di 70 milioni di litri di vino corretto o fabbricato con liquidi pericolosi per la salute coinvolte cantine di sei regioni: lombardia, piemonte, veneto, umbria, puglia e sicilia. in pratica sembra venisse fatto il vino con 20-30% dall'uva, il resto sarebbe composto da un intruglio di fertilizzante, concime, zucchero e acido fatto in uno stabilimento di Massafra (vicino taranto). sembrano coinvolti addirittura due mega impianti leader in italia nell'imbottigliamento e nella vendita di vini a basso prezzo. si parla di milioni di bottiglie, di fiaschi e di cartoni destinati in massima parte al mercato nazionale.
trovate un esaustivo articolo su "l'espresso" cliccando qui.

capite come funziona in italia? tu misero agricoltore contadino per ottenere l'autorizzazione a commercializzare il vino devi mettere sù una "certa" cantina con "certe" norme asl con "certe" procedure burocratiche in modo che alla fine della favola o hai un giro d'affari cospiquo oppure metterti in regola significa di fatto "mangiarsi il cocomero della semenza".

ma avete idea di quanta fatica, spese e lavoro ci vuole per produrre l'uva? 2 kg a pianta? da cui dopo la lavorazione in vino ti ritrovi 2 bottiglie da 0,75 litri?

d'accordo che la mafia fa ciò che gli consente di fare lo stato (e già è buono che dopo 700mila ettolitri qualcuno si sia accorto che forse non tutto funzionava a regola d'arte...) però i cittadini che comprano certi "vini" a certi prezzi, non dico gli stia bene perchè sarebbe sbagliato ma che se la siano andata a cercare sì. LL

4 Commenti:

Alle 4 aprile 2008 alle ore 20:43 , Anonymous Anonimo ha detto...

Vabbè,Antò,ora non la meniamo sempre sulla mafia e sulla camorra.Noi italiani abbiamo una mentalità sbagliata e questa è la più grande mafiosità.E poi non è certo che il vino pagato a 10 euro la bottiglia non sia adulterato.Qui chi può fregare lo fa, per una buona percentuale di noi.Ho letto ieri che anche rinomate cantine che producono il brunello non hanno rispettato il dispilinare.Tutt 'nu ìmbruoglie...

 
Alle 5 aprile 2008 alle ore 01:05 , Anonymous Anonimo ha detto...

ciao Lu'
Sapendo come stanno le cose il vino lo comprerei solo da produttori come te: chissenefrega della mafia del marchio Doc & c.
Roby

 
Alle 5 aprile 2008 alle ore 09:16 , Anonymous Anonimo ha detto...

Facciamo un po di chiarezza
La prima condizione è il prezzo sotto un certo costo non può esserci vino buono forse è meglio dire genuino.
poi l'onestà ci sono i cinesi che falsificano le famose borse in modo dozzinale poi ci sono i grandi falsari che si dedicano alle opere d'arte.
Io penso che la migliore garanzia sia il rapporto diretto con il produttore, la conoscenza personale la fiducia.
Poi un piccolo accorgimento; il vino genuino non può avere lo stesso gusto tutti gli anni. Tenete una bottiglia di vecchio e confrontatele con il nuovo.
Volevo dire all'amico di sopra che qualcheduno che conosco e che ha fatto del fregare quasi una filosofia di vita ora si ritrova con la spazzatura per le strade.

 
Alle 5 aprile 2008 alle ore 12:19 , Blogger LL ha detto...

primo non mi chiamo antò.
per il resto le tue sono parole fuori tema nonchè calunnie.
la liguria è infatti fuori da questo giro e non mi risultano nella maniera più assoluta problemi al pigato, se ne sei a conoscenza và a denunciarlo alle autorità competenti altrimenti taci.

il brunello è un discorso completamente diverso (messo lì per confondere i poveri pirla? forse). infatti viene contestato che anzichè produrre con un 100% di uve sangiovese a queste vengano mischiate uve di altri vitigni. non è quindi un problema di salute per il consumatore, semmai di fregatura di altro livello nel senso che brunello non è.

ottimo invece il commento del secondo anonimo

 

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