mercoledì 31 ottobre 2007

Il silenzio è d'oro


qualcuno sà dirmi quante poltrone vengono occupate con l'apertura di una commissione parlamentare d'inchiesta?

quanto si è speso per ricontare i voti delle ultime politiche ad esempio? eppure tanto era ovvio che chi possiede il ministero dell'interno non può matematicamente subire dei borgli ma tant'è... la commissione è stata voluta, chiesta e ottenuta.

sull'operato della polizia al g8 genovese invece nada de nada, mi si dirà che tanto in effetti cosa c'è da andare ad indagare... la realtà è sotto gli occhi di tutti... LL

5 Commenti:

Alle 31 ottobre 2007 alle ore 22:57 , Anonymous Anonimo ha detto...

Stasera son andato a Zena.Giocava la Samp.Anzi,il Milan!Ahahahahah.Ke sfizio.Aspettiamo i tg per capire cosa hanno combinato gli ultras,perchè son sempre loro a far casini,non le famiglie che ci vanno poco allo stadio a causa dei teppisti organizzati.
0-5!Basta?

 
Alle 1 novembre 2007 alle ore 11:24 , Anonymous Anonimo ha detto...

premesso che non c'entra un belino con questo messaggio io c'ero davvero ieri sera... e mi sono pure divertito anche alla faccia tua...
per il resto non mi risulta problema di alcun genere... nonostante la presenza di idioti del tuo calibro...

 
Alle 1 novembre 2007 alle ore 13:01 , Anonymous Anonimo ha detto...

Insomma,visto che non sei idiota,spiegaci l'attinenza della foto con l'argomento.Forse non sarai idiota per presunzione,ma allora dovrai pur ammettere l'inoranza.Sarebbe linguaggio iconico...Fatto sta,che nemmeno si capisce cosa ci faccia un obiettore in mezzo a gruppi di scalmanai violenti e dorganizzati.In Italia,le famiglie potranno tornare allo stadio solo quando sarano vietate queste organizzazioni di repressi.Nemmeno si comprende un linguaggio violento in un obiettore...Vabbè,io ho capito,ma vorrei ce lo spiegassi tu e ci facessi capire come un finto pensiero possa divenire una scusa per fare i propri comodi.Era di moda non fare il militare,fingendosi obiettori.Sono contento di essere definto idiota di grosso calibro da te.Grazie

 
Alle 1 novembre 2007 alle ore 13:54 , Anonymous Anonimo ha detto...

uno ke ripete striscioni come quello andrebbe punito.vorrei vedere te a combattere con criminali vari ed per giunta anke con ultras scatenati.loro sono i veri macellai.ha detto bene l'utente di prima,cioè quei gruppi vanno vietati e qualsiasi associato andrebbe punti.stanno rovinando non slo il calcio ma la quiete delle città aggravandone i già tanti problemi

 
Alle 1 novembre 2007 alle ore 14:21 , Blogger LL ha detto...

non voglio addentrarmi in discussioni di un certo tipo, non ne vale la pena.

per chi non l'avesse capito lo striscione ritratto in foto dice semplicemente che non ci deve essere impunità per nessuno e si riferisce allo "spiacevole" episodio di verona dove un ragazzo bresciano è finito in coma e la sentenza della magistratura dà ragione ai tifosi e torto alle f.d.o. che tuttavia non ha potuto punire in quanto "non è stato possibile identificare i responsabili dell'accaduto".

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fonte: indymedia

sabato 9 settembre 2006.

La procura chiede l’archiviazione dell’inchiesta sul pestaggio di Paolo Scaroni nel dopo Verona-Brescia. Ma le conclusioni del pm confermano la tesi dei tifosi.Un «pestaggio» destinato a restare impunito.

La Procura di Verona ha chiesto l’archiviazione dell’inchiesta sugli scontri fra ultrà e polizia dopo la partita di campionato fra Verona e Brescia del 24 settembre 2005. Durante gli scontri alla stazione ferroviaria di Porta Nuova, rimase gravemente ferito Paolo Scaroni, 29enne residente a Castenedolo che seguiva la trasferta con lo storico gruppo ultrà Brescia 1911. Il tifoso ricoverato in condizioni gravissime all’ospedale di Verona, dopo alcune settimane di coma farmacologico indotto venne operato alla testa per rimuovere un grumo di sangue. Infine sette mesi di riabilitazione nel centro specializzato di Negrar in provincia di Verona. Solo dallo scorso aprile è tornato a casa. Un calvario percorso con coraggio e il tenace sostegno degli amici della Curva Nord.

Le indagini condotte dal sostituto procuratore scaligero Pier Umberto Vallerin non sono nel frattempo riuscite a risalire ai presunti colpevoli. Non perchè il fatto non sia effettivamente avvenuto, anzi sul fatto che sia stato commesso un «efferato pestaggio» come si legge negli atti della richiesta di archiviazione e come sempre sostenuto dagli ultrà bresciani presenti agli scontri, gli inquirenti non hanno dubbi. Il problema è che mancano nomi e cognomi degli autori: nessuna immagine o filmato utile a identificarli, tantomeno testimonianze dirette. Neppure quella di Paolo che due mesi fa è stato ascoltato dal magistrato che si è recato personalmente nella sua abitazione di Castenedolo. Lì dove la mamma gli sta a fianco ogni istante senza lasciarlo mai solo per seguirlo nella delicata terapia di riabilitazione. «A lungo con violenza. Prima mi hanno picchiato. Dopo sono caduto per terra - ha raccontato l’ultrà al pm che prima di chiudere l’inchiesta ha voluto attendere pazientemente che Paolo Scaroni si riprendesse -. Ho battuto la testa e sono precipitato nel buio. E non ricordo più nulla».

L’inchiesta dunque arriva al capolinea fissando comunque alcuni postulati in una vicenda scandita dalle «verità» diametralmente opposte della questura di Verona e degli ultrà. I tifosi della Curva Nord-Brescia 1911, hanno sempre sostenuto che la polizia avrebbe premeditato un piano di guerra contro i tifosi bresciani. A Verona si sarebbe consumata secondo gli ultrà biancazzurri una vera e propria aggressione: a farne le spese sarebbe stato Paolo Scaroni. Accuse alla polizia, accompagnate da una serie di filmati girati con i telefonini e dalle testimonianze degli altri ultrà meticolosamente raccolte da Ennio Buffoli, legale della famiglia del 29enne. Completamente opposta la versione della questura scaligera che teorizzò che Paolo fosse stato colpito da un sasso lanciato dai suoi amici in direzione dei poliziotti. Sempre nella versione della poliza si parlò di una ferita compatibile con le dimensioni di un cubetto di porfido. Una tesi «smontata« dal referto del pronto soccorso e dalle conclusioni dell’inchiesta che ha appurato come i traumi siano stati causati da «gravi e ripetute percosse». Non un’incidente insomma ma un pestaggio. Quello che da sempre ha sostenuto l’avvocato Ennio Buffoli. Purtroppo però non basterà a risalire ai colpevoli.
Fonte: Indymedia.

 

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