giovedì 25 ottobre 2007

Barberaeconomist (o barbaraeconomist?)

mi sento in dovere di aggiungere qualcosa a questo post di steve (che tra l'altro mi tira in ballo...) per dire una parola estremamente chiara e sintetica:
è un mercato in crisi.

noi produttori di uva siamo nella cacchina, è doveroso ammetterlo. vi basti sapere una cosa, il prezzo dell'uva (parlo della pigato doc!) negli ultimi 3 anni è in costante ribasso. praticamente siamo passati da 2,05euro al kg agli 1,68euro al kg di quest'anno. fate un pò voi....

e badate bene che sto parlando del pigato, vino che senza dubbio è tra i migliori bianchi in assoluto dell'italia, e che sta trovando nuovi mercati. ad esempio colui che ritengo il miglior produttore in assoluto di questa varietà diceva solo l'altro giorno: "quest'anno mi sono salvato grazie al giappone".

il mercato italiano infatti pare in grande difficoltà, ne ho parlato diffusamente con il mio compratore d'uva, il ragionamento è: i ristoranti faticano, chiudono o lavorano sempre meno causa crisi generale ma i prezzi di una bottiglia al tavolo vanno dai 10/15euro in sù anche se magari la stessa bottiglia la pagano 5euro; la gente al ristorante và sempre meno e comunque sempre più spesso compra la birra (chiamali fessi...).

in questo contesto di recessione evidente si continua a vedere "pazzi" che mettono vigne comprando diritti di impianto non sò come.... (o meglio le regioni pur di fare qualche spicciolo hanno aperto il settore senza troppi freni...) penso tra qualche anno, mica tanti dico 2/3/4 voglio proprio vedere sti coglioni rovina-mercato che faranno....

una volta, prima della scusa "vino all'etanolo", era molto molto molto diverso.
tutti i contadini vendevano un pò di vino e poca uva. i grossisti trattavano e non come oggi dettano/impongono il prezzo. il vino in commercio era molto più buono ma non si trovava nei negozi o ristoranti che poche bottiglie (quelle dei grossisti) bensì dovevi andare dal contadino a prendertelo. risultato finale: anche il consumatore finiva per pagarlo di meno (c'era uno o due passaggi in meno).

oggi invece hanno "liberalizzato" (dicono così per fottere la gente comune) cioè:
il contadino è obbligato a non vendere il vino ma solo l'uva (a meno che non si adegui alle norme vigenti... ergo investa 50mila euro in una cantina a prova di nas e asl e abbia un giro d'affari corposo in modo da supportare una montagna di spese burocratiche;
il prezzo lo fà il grossista di norma non capacissimo a fare il vino (che infatti lo fanno gli enologi..) ma di certo bravo a piazzarlo con buoni guadagni (non sempre però...);
i ristoranti e le botteghe lo rivendono a prezzi esorbitanti;
gli scaffali dei supermercati sono invasi da vini di provenienza straniera dove la manodopera costa zero (ogni parte del mondo);
per comprare un buon vino a scatola chiusa bisogna essere un mega-esperto paziente di lettura etichette nonchè conoscitore delle leggi made in u.e. (e se conosci ste leggi di certo non compri il vino...);
i grossi produttori di uva si affidano a romeni, albanesi e marocchini nonchè abusano di veleni tipo ad esempio disarbanti;
i piccoli produttori stanno scomparendo;
i veri sapori dei vini di una volta idem;
le cantine sono piene ma presto andrà molto peggio;
il prezzo dell'uva scende anno dopo anno mentre il prezzo del vino aumenta mese dopo mese. LL

4 Commenti:

Alle 25 ottobre 2007 alle ore 15:52 , Anonymous Anonimo ha detto...

Sul Pigato miglior bianco d'Italia mi astengo dai commenti :) (comunque mi piace molto, peccato che dalle mie parti sia difficile da trovare).
Ho sentito anche da altri parlare del prezzo in picchiata delle uve vendute, un po' in tutta Italia, altri invece sostengono che questa crisi non c'è per chi produce tutto rivolto alla qualità (impianti fitti, poca produzione per ceppo, potature selettive).
Se ti va ci piacerebbe sentire la tua opinione nel nostro forum: http://www.rexbibendi.com

Ciao,
Fabrizio

 
Alle 25 ottobre 2007 alle ore 16:54 , Anonymous Anonimo ha detto...

la produzione per ceppo è decisa a monte, dalla d.o.c..

esempio per il pigato la produzione doc riconosciuta per ceppo è di circa 2kg quindi se hai 1000piante hai la possibilità di vendere 2000kg di doc, se ne produci 3000kg hai 1000kg di cui non sai ke fartene.
la potatura determina la quantità perciò visto il ragionamento di cui sopra puoi potare come vuoi, sempre i paletti doc hai.

chi compra l'uva gli interessa che gli dai i certificati doc, per il resto a me la pagano tanto quanto quella di un cugino di mio padre a cui non la prenderei neppure gratis da tanto fà schifo ma ribadisco, conta solo il certificato doc tanto poi ci pensano gli enologi a fare le nozze coi fichi secchi...

poi io ho testualmente scritto
"pigato, vino che senza dubbio è tra i migliori bianchi in assoluto dell'italia"
e non quello che tu mi attribuisci. (mi pare d'averlo visto inserito nei bianchi top10 dalla redazione del tg5 e dagli stessi consigliato quale apertura del pranzo di Natale a base di pesce).

grazie dell'invito al forum

 
Alle 26 ottobre 2007 alle ore 12:12 , Anonymous Anonimo ha detto...

Ciao, mi ha colpito il post fatto da Steve perchè evidenzia come il nostro modo di essere in Italia ancora prima del governo ci penalizzi in competitività rispetto al resto dell' Europa.
Ottimi vini come Nero d' Avola ed oggi Malbek hanno ottenuto da poco il riconoscimento d.o.c. e quasi tutti i produttori non fanno assolutamente nulla a livello marketing per promuoverli tanto che in Italia i vini "famosi" sono guarda caso quelli tipo Brunello e Sassicaia che a fronte di un marketing poco più che decente riescono a vendere a prezzi ragionevoli per i produttori.

Il consorzio Brunello ha aumentato la produzione a 5.000.000 di bottiglie, ma non mi risulta che Montalcino sia divenuta una metropoli ed abbia esteso il suo territorio comunale, il sassicaia poi ha le cantine disegnate da un famoso architetto il che sicuramente conferirà chissà che retrogusto vellutato...!
Sempre dal nostro Paese escono vini gran cru con produzioni tipo nebbiolo Marimme che arrivano a ben 8.000 bottiglie(tutte esportate)!!!

Ed in Francia, concorrente storico?
Tutti i produttori hanno cru, gran cru ecc., tute le cantine sono visitabili in ambiente idilliaco, organizano tours della regione ecc.
e poi lo vendono anche su internet a prezzi ragionevoli!

Ma il vino è migliore? No però francamente si beve più volentieri!

 
Alle 26 ottobre 2007 alle ore 13:08 , Anonymous Anonimo ha detto...

sì anonimo, penso tu dica delle cose molte giuste!

 

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