Vendite al dettaglio, a aprile -2,3%
quanto diffuso dall'istat è il dato peggiore da aprile 2005, quando la flessione fu del 3,9%. calano anche gli alimentari seppur in modo contenuto (-0,8%), per gli altri settori in compenso và molto peggio.
viene da dire, "ecco la crisi" eppure io vorrei capire come spendono i loro soldi gli italiani, il grosso di loro perlomeno e per farsene un'idea cosa può illuminarci meglio della tv? si perchè la tv è alla portata di tutti e per questo si rivolge a tutti, nessuno escluso; di conseguenza in tv gira tantissima pubblicità sia sulle reti pubbliche che su quelle private, pubblicità quasi mai a prodotti di nicchia anzi praticamente sempre reclamizza ciò che deve avere un grosso mercato.
punto di partenza il fatto che per fare pubblicità in tv bisogna avere un cospiquo giro d'affari, quindi investendo "x" la tale società si attende di incassare "x+" altrimenti vorrebbe dire che la campagna promozionale è stata un flop oppure che il prodotto non vale proprio nulla, ma nada de nada dico. (ai tempi della trasmissione condotta da arbore, "indietro tutta", con sagacia veniva ironizzato sul "cacao meravigliao", ebbene molta gente si ricava nei negozi chiedendo un prodotto che non esisteva).
la conseguenza quindi di messaggio e prodotto accettabile è: + pubblicità = + vendite.
bene, e allora fate un pò caso quali sono gli spot in cui ci imbarchiamo più di frequente, quali prodotti sono indispensabili o perlomeno utilissimi ragion per cui vale la pena comprarli e quali invece in un contesto di crisi reale, di reale difficoltà economica li si può accantonare perchè inutili o comunque non indispensabili.
andiamo per settori in modo da non fare nomi di marche,
continuamente passano spot di prodotti annessi e connessi alla telefonia soprattutto mobile tutta roba soltanto un decennio fa sconosciuta;
al top anche gli spot di automobili;
molto quotate le bevande, di ogni tipo e per tutti i gusti, dai superalcolici alle gassate alle acque minerali, poi birre e anche "vini";
parecchie anche le reclame di servizi finanziari (non solo prestiti... ma servizi veri e propri);
nel comparto alimentare spopolano i cibi insani (i confezionati pieni di conservanti, grassi, coloranti) e i prodotti idonei a curare la cattiva alimentazione (dalle purghe agli abbassa colesterolo ai dietetici);
presenti anche profumi, gioielli, orologi, occhiali e il settore dell'abbigliamento (parliamo ovviamente di marca);
ci sono pure i giochi, quelli grazie al quale il monopolio di stato fà affari d'oro;
non mancano nemmeno gli spazi per la tv di ultima generazione, quella a pagamento.
cosa dimentico? non saprei ma comunque l'elenco di cui sopra mi pare comprenda le pubblicità che vanno per la maggiore.
ora, cortesemente se uno è povero sta roba qua la compra o ne fa a meno?
personalmente non mi considero povero eppure queste cose non sò di averle mai comprate eccetto qualche birra giusto per vezzo e perchè nel portafoglio avevo i soldi da permettermela...
ma gli italiani allora sono poveri? chiaro, stiamo sempre facendo un discorso generale, che in europa solo portoghesi e greci stanno peggio a reddito pro-capite è un dato dell'altro giorno però io dico, realmente "siamo poveri" oppure "ci sentiamo poveri" perchè non possiamo comprare tutte le cazzate che vorremmo o perchè tante cazzate che abbiamo comprato ci hanno alleggerito il portafoglio? LL
2 Commenti:
Bel ragionamento... mi trova pienamente in accordo... soprattutto l'ultimo capoverso.
Ciao
Abbiamo sempre sperperato, cittadini e autorità ma in fase di espansione economica lo si è notato meno.
Oggi la crisi c'è come ci sono tantissimi prodotti inutili che in base allo stile di vita sregolato e a uno stato emotivo interno estremamente fragile diventano necessari. Un po' come quella ragazzina di treviso che a 12 anni gia' vendeva il suo corpo per comprarsi i vestiti firmati; se sei senza anima, vuoto dentro cerchi di riempirti con stupidate, è facile.
Posta un commento
Iscriviti a Commenti sul post [Atom]
<< Home page